Molti cuscini custodiscono un genietto. È lo spiritello della creatività. È nascosto all’interno ma se uno lo cerca con attenzione riesce a scovarlo. Talvolta si muove, spazia e sprizza un po’ disordinato in quel labirinto di piume e stoffa. Prende spesso direzioni inaspettate. Che sia oltre una federa o subito dopo un normale rivestimento esterno, quel folletto della comodità ha la dote della poesia (dal greco ποίησις, ποιέω «creare, produrre») ovvero la magia del fare. Capacità e abilità. Ogni cuscino crea. A svelarlo, a suo modo, è Officineperegrine teatro, una bella realtà creativa, recitativa e di scrittura scenica ideata a Santa Teresa Gallura dalla regista Vittoria Nicoli. Il cuscino dunque strumento efficace per costruire mondi mai esclusivi, sempre inclusivi. La poesia non può chiudere fuori. Racconta storie di abbracci, atmosfere di morbidezze, visioni in bianco e nero, spesso cromatiche ma mai ossidate. È la musicalità della gioia.

Santa Teresa Gallura, I racconti del cuscino nella Casa di riposo con Officineperegrine (foto concessa)
Santa Teresa Gallura, I racconti del cuscino nella Casa di riposo con Officineperegrine (foto concessa)
Santa Teresa Gallura, I racconti del cuscino nella Casa di riposo con Officineperegrine (foto concessa)

CUORE MATTO I racconti del cuscino, progetto di Officineperegrine teatro entra nella casa di riposo Sacro Cuore di Santa Teresa Gallura nel 2017. Ed è puro successo. “Cuore matto”, la evergreen della canzone italiana portata a Sanremo nel 1967 da Little Tony e Mario Zelinotti, concretizza quest’anno tutta la carica di vitalità e poesia dell’iniziativa. «Abbiamo filmato uno dei nostri allenamenti preparativi tra regia e nonnine all’incontro con il pubblico/partecipante esterno, dove cantavamo Cuore matto e la ballavamo a modo nostro. Poi abbiamo caricato il video sui social per invitare anche chi ancora non ci conosce a venire a far parte di questo percorso», spiega la regista. «Il video ha riscosso commenti che esprimevano commozione e solidarietà, chi del territorio ha espresso il desiderio di partecipare ai prossimi incontri, e chi invece vive lontano da noi ha auspicato di vedere moltiplicarsi eventi come il nostro, segno che il messaggio è stato colto».

Il 2024 segna la quinta edizione dell’iniziativa, «abbiamo dovuto interrompere a causa del Covid per circa due anni, accontentandoci di pochi momenti virtuali. In ogni incontro cerchiamo di mettere insieme in modo creativo, auto-ironico, poetico e delicato, persone molto diverse per età, provenienza, religione e vissuto». Infatti le due realtà, culturale (il teatro) e sociale (la casa di riposo), sono vicine non solo per numero civico. Sono arte creata dalla stessa linfa: la vita. «Da questa vicinanza è nata una collaborazione su basa volontaria da parte di Officineperegrine, per creare un evento a cadenza mensile che permettesse alle e agli ospiti della struttura di avere un momento di divertimento e compagnia con persone esterne». Magia e mistero del teatro: un tuffo nelle atmosfere senza età ma ricche di tempo. «Il “lavoro” teatrale consiste in moltissime attività che ogni anno variano anche in base a esigenze e vissuti dei partecipanti. In generale - spiega sempre Vittoria Nicoli – vengono fuori dalla magia (e sacralità) del teatro, i rami della danza, le foglie del canto, i cinguettii della poesia, i soffi dei romanzi e mille narrazioni, che tra memoria e invenzione si offrono all’ascolto. Concretamente per questa edizione 2024 abbiamo portato molte novità. La prima è stata tematica, ogni incontro mensile apre con una riflessione sull’attualità vicina e lontana». Per gennaio, per esempio, primo incontro in presenza dopo molto tempo, il tema è stato “Ritrovarsi”; nel mese del Carnevale, febbraio, “La Festa”; marzo “La Pace” suggerita dalla Pasqua; ad aprile pensando alla Liberazione, il tema è stato “La fame di democrazia ed equità sociale”.

LA MUSICA Altra novità 2024: gli incontri su giochi ritmici (che fanno da cornice e ritornello a tutti gli altri giochi teatrali e artistici). «Abbiamo costruito strumenti musicali con materiale di recupero, poi abbiamo aperto una raccolta di strumenti usati e il pubblico ha risposto molto bene donandoci già nel primo giorno 5 strumenti musicali. Le anziane e gli anziani giocano con gli strumenti musicali con esercizi ritmici». Non solo: ci sono anche momenti di vere e proprie improvvisazioni, il tutto nello spirito dell’ascolto, e nella libertà per ogni partecipante di decidere in quale modo esprimersi, con quale forma d’arte tra quelle proposte preferisce farlo, o che storia, vera o inventata, desidera condividere. In tutto questo si inseriscono poi le creazioni di sketch comici, proposte dalla regia ma ispirate dalle nonnine e dai nonnini.

LA SVOLTA «Spesso si crede che le case di riposo siano posti tetri e di abbandono. Bisogna invece guardare alle case di riposo come posti vivi, che fanno parte della comunità e che vanno vissuti. Come Officineperegrine abbiamo avuto la fortuna di incontrare una gestione intelligente, curata da Suor Emilia e dalle collaboratrici, dove l’esperienza di vita comunitaria e collaborativa si traduce in uno spazio accogliente, amorevole e dove è possibile vivere e far vivere molte emozioni. Perché la verità è che queste occasioni dove si sta insieme fanno bene al cuore di tutti e tutte». E come sottolinea la regista Vittoria Nicoli I racconti del cuscino, in ultima analisi, sono un percorso fragile e forte allo stesso tempo, «probabilmente un’unicità territoriale, la quale ci auguriamo cresca in tutti quei luoghi che aprono braccia e porte e aspettano l’incontro come occasione unica di crescita reciproca. Il teatro dischiude la memoria in speranza, grazie a I racconti del cuscino le persone fanno tesoro dei vissuti altrui e donano i propri: c’è bisogno in questo mondo di gesti che diano colore, ricchi di diversità come il nostro repertorio musicale, che prende spunto dalle tante regioni italiane e nazionalità di chi partecipa - conclude Nicoli - c’è bisogno in questo mondo di azioni che siano abbracci, che siano sospensione del pregiudizio e messa in opera di un futuro che sia davvero per tutte e tutti». Un peccato lasciarsi sfuggire lo spiritello di ogni cuscino.

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