Non c’è solo un’Isola con le sue superbe gemme vitivinicole e di alta qualità. La Sardegna è anche riconosciuta, ormai, terra di eccellenti professionisti, studiosi e straordinari enologi. Tra questi, sicuramente gli accademici sardi della vite e del vino, “i magnifici 7” ammessi nel corso degli anni a far parte di una delle più importanti ed emerite organizzazioni del mondo vitivinicolo riconosciuta in ambito internazionale. Durante la cerimonia della 75esima tornata di apertura dell’anno accademico a Firenze, lo scorso 22 marzo presso la Sala congressi della Camera di commercio gremita di pubblico, sono stati consegnati i titoli di accademico ai due enologi sardi: Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna e direttore tecnico di Argiolas Serdiana; e Giovanni Pinna, direttore generale di Sella&Mosca, Alghero. I due nuovi ingressi nell’organizzazione si uniscono così ai 5 accademici della Sardegna che fanno parte dell’Accademia Italiana della Vita e del Vino: Mario Consorte (enologo, Alghero), il prof. Antonio Farris di Alghero (Università di Sassari), Vincenzo Biondo (enologo di Cagliari), la prof.ssa Giuseppina Paola Parpinello di Alghero (Università di Bologna, prima donna della Sardegna a ricevere il titolo di accademica), e la prof.ssa Marilena Budroni di Sassari (Università di Sassari).

Mariano Murru riceve il riconoscimento di accademico dal presidente Rosario Di Lorenzo (foto concessa)
Mariano Murru riceve il riconoscimento di accademico dal presidente Rosario Di Lorenzo (foto concessa)

Mariano Murru riceve il riconoscimento di accademico dal presidente Rosario Di Lorenzo (foto concessa)

L’edizione 2024 ha dunque potenziato la squadra sarda con la promozione di una nuova generazione di professionisti. «Sono molto onorato per essere stato accolto in questa prestigiosa e storica istituzione, sarà motivo di ulteriore impegno nella ricerca e nel miglioramento di tutte le tematiche riguardanti il settore vitivinicolo», ha commentato Mariano Murru. Un riconoscimento che arriva dopo trentanni di lavoro, e tanti premi per la sua professionalità. Tra questi il Premio Giacomo Tachis come Miglior Enologo Italiano nel 2018, premio Vinoway Migliore Enologo Italiano 2020, premio Enologo Cult 2021 per Merano Wine festival. Murru ha inoltre collaborato sia come partner che come direttore scientifico a diversi progetti di livello nazionale, Vinex e Con.Vi.Sar ed europeo come Best Made Grapese (recupero dei componenti delle vinacce nella cosmesi) e Sulphree. 

IL CONGRESSO – Ad introdurre i lavori della settancinquesima tornata di apertura dell’anno accademico, il presidente dell’Accademia Italiana della Vita e del Vino, Rosario Di Lorenzo. Nel suo intervento si è detto molto felice dell’ingresso di tanti nuovi accademici, «soprattutto della partecipazione delle nuove generazioni, che porteranno sicuramente nuova linfa alle tante attività dell’Accademia: dalla ricerca all’innovazione, dalla formazione alle attività seminariali e congressuali». Il presidente dell’Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, ha illustrato il panorama nazionale ed internazionale del mercato del vino. In particolare, il cambio di paradigma nel gusto dei consumatori: scendono i rossi e salgono i bianchi. Successo straordinario soprattutto per gli spumanti italiani, sia nel mercato interno che internazionale.

LA STORIA – L’Accademia Italiana della Vite e del Vino nasce a Siena nel 1949 e viene costituita su proposta del Comitato nazionale vitivinicolo, il 30 luglio. L’obiettivo è quello di dare vita a un organismo impegnato nel promuovere il progresso vitivinicolo italiano. Nei primi anni Cinquanta l’Accademia diventa ente morale. Si tratta dunque di un’associazione di esperti e accademici, sottoposta al controllo dello Stato, che opera esclusivamente nel settore vitivinicolo con finalità scientifiche, culturali e promozionali. «Costituisce quindi un originale esempio di “Accademia specializzata”, unica nel suo genere in campo internazionale. Gli accademici vengono scelti fra persone che si sono distinte negli studi e nella tecnica, nelle attività vitivinicole, nella valorizzazione dei prodotti di pregio e nelle scienze agrarie ed economico-giuridiche ad esse attinenti», si legge nel sito ufficiale. Fare parte dell’Accademia vuol dire collaborare con le grandi famiglie del vino, Frescobaldi, Antinori, Cinelli Colombini, Felliga, Anselmi solo per fare alcuni nomi. Tra i primi sardi ad avere il titolo di accademico il compianto professor Antonio Vodret, originario di Cagliari, venuto a mancare lo scorso 17 giugno 2023. 

IL PRESTIGIO Tra gli accademici emergono studiosi e ricercatori il prof Luigi Moio, presidente dell'Organizzazione Internazionale del Vino e della Vigna; il prof Vincenzo Gerbi, ordinario di Scienza e tecnologia degli alimenti presso il Dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino; l'ex presidente dell'Accademia Antonio Calò, direttore dell’Istituto sperimentale di viticoltura di Conegliano Veneto; l’attuale presidente Rosario Di Lorenzo; Giusi Mainardi direttrice della rivista scientifica OICCE; Paolo Panerai, editore (Class editore) e proprietario di importanti aziende vinicole, fondatore dell’associazione Grandi Cru d’Italia, che raggruppa le migliori aziende italiane; Attilio Scienza, tra i massimi esperti internazionali di viticoltura Università Milano; Alessandro Torcoli, direttore della storica rivista di Civiltà del bere. E inoltre tra i migliori enologi italiani come Donato Lanati, Riccardo e Renzo Cotarella.

LE ATTIVITÀ – Sono tante le attività che riguardano l’Istituzione scientifica: ricerca, insegnamento, promozione della cultura del vino, promozione di eventi e mostre, pubblicistica, convegnistica, relazioni internazionali e collaborazioni con altre importanti istituzioni scientifiche nazionali come l’UNASA (Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell’Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale). L'Accademia pubblica annualmente il volume degli atti, in cui vengono stampati tutti i lavori presentati e discussi nelle varie tornate, nonché un "Notiziario" quadrimestrale, che ha ottenuto grande successo sia in Italia che all'estero. Inoltre l’Accademia ha istituito tre premi: il premio "Arturo Marescalchi" per onorare la memoria del suo primo presidente onorario; il premio internazionale di vinicoltura "Giovanni Dalmasso" in memoria del suo presidente fondatore e il premio "Pier Giovanni Garoglio", in ricordo dell'illustre studioso che è stato per diversi anni suo presidente.

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