Perdere la vista è senz’altro una terribile disgrazia, ma perdere la fantasia e la capacità di sognare sarebbe anche peggio. Gabriele Pianu, 64 anni, originario di Baressa, ma da 32 anni di stanza a Masullas dopo una parentesi Milanese, non corre questo rischio. Correre sì, questo lo fa e volentieri. La corsa era la sua passione già prima del 1987, quando un incidente sul lavoro nella propria falegnameria a Milano ha cambiato il suo destino. Di Stramilano (assieme alla Roma-Ostia la più importante mezza maratona italiana), ne aveva fatte sette, 1.21’ e spiccioli il suo miglior crono sui 21,097 km.

Gabriele Pianu in gara (foto concessa)
Gabriele Pianu in gara (foto concessa)
Gabriele Pianu in gara (foto concessa)

La maratona

“Tornato in Sardegna nel 1990, con gli anni mi sono reso conto di essere una buona forchetta. Così ho ripreso a correre, nel 2004, per rimettermi in forma”, racconta. “Ho iniziato con un tapis roulant, poi ho cominciato a correre su strada con Pietro Uras. Ed è stato lui a condurmi nel 2007, come guida, alla mia prima maratona, a Roma, chiusa in 4 ore e 35 minuti”. Le gare dei non vedenti si fanno in due. La simbiosi tra i due podisti è rappresentata da una cordicella legata ai polsi, che li unisce, assieme a un’intesa fatta di pochi essenziali codici. In maratona non c’è da sprecare fiato perché si fatica in due.  Poi è arrivato Mariano Littera e, dopo due esperienze alla Firenze Marathon, nel 2011 per Gabriele è arrivato il battesimo della maratona per eccellenza: “A New York mi sono emozionato quando Mariano mi ha detto che c’era una bandiera dei 4 Mori a bordo strada. Poi naturalmente ricordo l’abbraccio al traguardo, perché non è mai scontato tagliarlo: è un’emozione indescrivibile”.

Passione totale

Da allora Pianu non ha mai smesso di correre: “Certo, il lockdown ci ha bloccato un poco ma è passato. Ora corro spesso con mio figlio Andrea, che ha 38 anni, e lavora in officina, oppure con Antonello Dedoni un nuovo compagno di allenamenti. L’anno scorso a Grosseto, ho vinto il campionato italiano del Csi sui 5000 metri, nella mia categoria. Un’esperienza bellissima per la quale mi ha accompagnato Claudio Figus, un insegnante di ginnastica”. Correre è un occasioni in cui provare soprattutto emozioni e sensazioni: “In gara non sento nulla, mi estraneo per avere il massimo della concentrazione. La postura corretta, l’appoggio del piede, io sono soggetto alle storte e basta poco per girarmela”, spiega, “ma quando corri ti senti volare. Mi è capitato una volta mentre correvo a Uras con Andrea e Antonello, di provare a farlo da solo, senza la cordicella. Una sensazione bellissima”.

Il sogno

Gabriele ha realizzato un sogno al quale lavorava da parecchi anni: quello di creare una squadra di non vedenti. “L’idea è venuta assieme a Marco Caria, un amico ipovedente che più che altro gioca a calcio a 5. Inizialmente eravamo partiti dal tennis per non vedenti, ma poi l’atletica ci è sembrata una soluzione più semplice. Con l’aiuto di Sandro Mulargia e dei Runners di Oristano che hanno anche modificato il loro statuto abbiamo iniziato. Siamo in sei. Io sono ancora un tesserato Fidal, ma dall’anno prossimo mi tessererò con la Fipses come gli altri cinque atleti del gruppo che però sono dediti alla velocità. C’è sempre un po’ di timore ad affrontare la strada, in pista ci sentiamo un po’ sicuri”. Un progetto che ha coinvolto l’Unione Italiana Ciechi di Oristano, di cui Pianu è consigliere, a partire dal presidente Leonardo Nurra, e che negli allenamenti al campo Coni si avvale di un preparatore come Stefano Mascia.

Gabriele Pianu in gara (foto concessa)
Gabriele Pianu in gara (foto concessa)
Gabriele Pianu in gara (foto concessa)

L’avventura

Nella mente di Gabriele adesso ci sono due cose: guarire da un infortunio alla coscia che lo tormenta da un po’ di tempo e prepararsi a un viaggio molto speciale. “Con l’Associazione Disabili in Corsa di Bergamo”, dice, “parteciperò a un pellegrinaggio lungo la Via Francigena, dal 23 aprile al 5 maggio prossimi. Normalmente il cammino fa da Nord a Sud, loro invece nel 2019 sono partiti da Roma e risaliti sino a Siena. Quest’anno faranno Siena-Pontremoli. Mi hanno invitato e ho deciso di accettare”. E aggiunge: “Sono 300 chilometri che faremo in 10 giorni. Saremo dieci non vedenti con le rispettive guide e un furgone al seguito. Ho conosciuto questi amici quando sono venuti in Sardegna a correre la Mezza di Alghero e di Chia e siamo rimasti in contatto”. Cosa si attende da questa esperienza: “Il mio obiettivo è conoscere altri amici con la stessa disabilità, mi hanno parlato di una bellissima esperienza di condivisione, ci fermeremo a mangiare e a dormire nelle strutture lungo la strada. La vivrò come un’avventura”.

© Riproduzione riservata