Città 30 all’ora, strade scolastiche, ciclabili che prima o poi consentiranno di raggiungere l’aeroporto e la spiaggia di Pittulongu su due ruote o con le proprie gambe senza rischiare la vita, la velostazione con i mezzi sostenibili e inclusivi, utilizzabili anche dalle persone con disabilità. Olbia, che pure per molti mesi l’anno, deve fare i conti con il traffico intenso legato al movimento di un porto e di un aeroporto che le assegnano il ruolo di porta della Sardegna, procede un passo dopo l’altro verso un modello virtuoso di mobilità urbana sostenibile. L’ultima scommessa per aggiungere un fiore all’occhiello è la candidatura (sancita qualche giorno fa da una delibera di giunta) all’European green leaf award, riconoscimento che premia le città fino ai centomila abitanti che si sono distinte per le politiche ambientali.

Città 30: zero vittime

La scelta - che risale al 2021 - di imporre il limite dei 30 chilometri orari sull’intero territorio comunale, frazioni comprese, (primo comune italiano e finora unico in Sardegna), dopo il conflitto politico sul caso Bologna, ha catapultato la città sarda sullo scenario nazionale. E non solo, c’è anche una citazione del New York times. Non foss’altro per una curiosità squisitamente politica, il Comune è amministrato da un sindaco di centrodestra e il principale oppositore delle città 30 è il ministro Matteo Salvini. Cosa che però non ha creato nessun imbarazzo al primo cittadino Settimo Nizzi convinto sostenitore del provvedimento. L’obiettivo di limitare i danni alle persone negli incidenti stradali, secondo i dati dell'osservatorio della Polizia Stradale Asaps, è pienamente raggiunto: Olbia, nel 2023, ha registrato zero vittime tra pedoni e ciclisti. Soddisfatta Roberta Calcina, presidente di Hub.mat, attivissima associazione partner di molti progetti: «La ridotta velocità nell'area urbana ha migliorato la convivenza tra le diverse utenze dello spazio pubblico: non solo persone che si muovono in uno spazio più sicuro ma persone che lo vivono, in cui il traffico più lento ha contribuito a incentivare attività ricreative, commerciali, culturali e sportive nelle strade».

Alcune bici inclusive per il progetto Mezzo (foto concessa)
Alcune bici inclusive per il progetto Mezzo (foto concessa)
Alcune bici inclusive per il progetto Mezzo (foto concessa)

Progetto Mezzo (½)

Ed è sempre Hub Mat (con diverse altre associazioni e il Comune partner) la capofila del progetto Mezzo (½), per una mobilità inclusiva e attiva, finanziato dalla Fondazione con il sud per quasi 200mila euro, tra gli undici progetti selezionati in Italia e unico in Sardegna. Sono già arrivate in città le cargo bike per muoversi insieme a chi non può pedalare da solo e i tricicli progettati per essere guidati anche da chi ha una ridotta capacità motoria. Ed è in dirittura d’arrivo la prima velostazione che, installata nella Stazione ferroviaria Terranova, ospiterà il parco macchine di Mezzo (½) e fungerà anche da ciclofficina. Uno degli obiettivi del progetto è quello di creare percorsi virtuosi di intermodalità tra tutti i mezzi di trasporto, compresi i bus urbani dell’Aspo che è partner del progetto. Mezzo ha avviato una campagna di sensibilizzazione sul tema con un questionario per i cittadini.

La strada scolastica di via Nanni
La strada scolastica di via Nanni

La strada scolastica di via Nanni

Le strade scolastiche

La prima strada scolastica, anche in questo caso una novità per la Sardegna, è stata invece istituita nel 2019 in via Nanni con la chiusura totale della strada nelle ore di ingresso e uscita dalle scuole primaria e secondaria di primo grado e un sistema di parcheggi (gratuiti in quelle fasce orarie). È stata poi seguita da altre due, in via Gennargentu e in via Cimabue. Una rivoluzione alla quale però molti genitori fanno fatica ad adattarsi a giudicare dai parcheggi selvaggi nei dintorni.

Le ciclabili

La pista ciclabile accompagna tutto il nuovo lungomare e accorcia i percorsi tra porto, centro storico e quartieri sud ma i due progetti più ambiziosi per la mobilità a due ruote sono ancora in via di realizzazione.

Pista ciclabile sul lungomare di Olbia
Pista ciclabile sul lungomare di Olbia

Pista ciclabile sul lungomare di Olbia

In dirittura d’arrivo, con due anni di ritardo rispetto alle previsioni annunciate in occasione della posa della prima pietra, la Pista ciclabile e running - Litoranea Zona industriale. Finanziata dall'Unione Europea per cinque milioni e mezzo di euro, la pista del Cipnes, che parte da via Indonesia per finire in località Pozzo Sacro, è lunga tre chilometri e settecento metri ed coperta da settemila pannelli fotovoltaici per una superficie di 18mila metri quadri che produrranno due milioni e mezzo di KW ora di energia pulita. Resta però un buco di un paio di chilometri, sulla provinciale, per poter raggiungere la spiaggia di Pittulongu. L’altra ciclabile, legata al maxi progetto Iti, consentirà invece di raggiungere attraversando il golfo, i quartieri sud, il porto turistico di Sa Marinedda e l’aeroporto.

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