Non è il primo giro del mondo a vela - naturalmente - e non lo è neppure in solitaria. Ma è la prima edizione di un nuovo modo di affrontarlo. Si chiama Global Solo Challenge, l’ha ideata un italiano (Marco Nannini), si svolgerà a cavallo tra il 2023 e il 2024 e ha avuto il potere di sedurre un amante dell’oceano come Andrea Mura. Il percorso è semplice: dalla Spagna si scende verso sud, si doppia il Capo di Buona Speranza (Sudafrica), Capo Lleeuwin (Australia), Capo Horn (Argentina) e si ritorna.   

La mappa della Global Solo Challenge come compare sul sito ufficiale
La mappa della Global Solo Challenge come compare sul sito ufficiale
La mappa della Global Solo Challenge come compare sul sito ufficiale

L’iscrizione

La GSC (per abbreviare) è aperta praticamente a tutti. Possono partecipare barche che vanno da 32 ai 55 piedi, purché in possesso di solidi requisiti. Per esempio, è necessario aver navigato con la barca iscritta per 2000 miglia senza scalo: una bazzecola, se ne dovete affrontare 26mila. Ricorda un po’ quello che fanno gli organizzatori delle ultramaratone più estreme: per partecipare devi aver già fatto qualcosa di simile. Devi dare garanzie di uno essere un pazzo autolesionista. Mura (ed è curioso che di Mura l’Isola ne abbia due e che anche l’altro, Gaetano, abbia tentato il giro del mondo nel Solo Round the Globe Record) ha un solido curriculum di partecipazioni e vittorie in gare transatlantiche e sa che questo sogno è legittimato a coltivarlo. Ha una barca con i quattro mori sullo scafo e ha bisogno di trovare chi creda in lui e voglia investire in un evento (“L’Everest della vela, la sfida sportiva e umana più dura e difficile che ci sia”) che lui garantisce avrà un “ritorno in termini di immagine di cinquanta volte la cifra impegnata”. Servono un milione di euro, a spanne, e più di quaranta velisti hanno già formalizzato l’iscrizione. Oltre duecento hanno fatto richiesta.

La formula

La novità sta nella formula. Possiamo paragonarla a una griglia di partenza al contrario: i più veloci sono in fondo, i più piccoli davanti. Il 2 settembre le prime partenze, ogni sabato le successive, secondo un rating che - essendo approssimato alla settimana - potrebbe dare un vantaggio o uno svantaggio di un paio di giorni e che ha previsto due gruppi da far salpare a metà ottobre e a metà novembre da La Coruña. Il porto galiziano è quello dove, nelle intenzioni di chi ha ideato la competizione, si dovrebbe avere un arrivo serrato, in cui il primo che taglierà il traguardo sarà dichiarato vincitore, senza bisogno di calcolare il tempo compensato. «Per i più piccoli ci sarà l’emozione di essere al comando, almeno inizialmente, per gli altri il vantaggio di avere le lepri da inseguire», sintetizza Mura, che fa base a Cagliari con l’altra sua barca (dove vive con la moglie e i due figli) ma che non esclude di allestire eventi preparatori in altre località sarde, ad esempio Olbia.

Andrea Mura al timone di\u00A0Vento di Sardegna qualche anno fa (archivio L'Unione Sarda)
Andrea Mura al timone di\u00A0Vento di Sardegna qualche anno fa (archivio L'Unione Sarda)
Andrea Mura al timone di Vento di Sardegna qualche anno fa (archivio L'Unione Sarda)

La sicurezza

Altrettanto scrupolosi saranno i controlli sulle dotazioni di ciascuna barca, che dovrà essere in grado di stare in mare sino a 270 giorni (il tempo massimo) in totale autosufficienza. L’elettricità, l’acqua, i viveri, la comunicazione (anche in chiave mediatica), l’equipaggiamento da tempesta e naturalmente le scorte di viveri dovranno essere adeguate. Mura teme un aspetto: «Non sottovaluto la tenuta mentale. Si tratta di una prova complessa, snervante, nella quale non sai mai quanto potrai dormire, quanto potrai “tirare”. Nelle mie vittorie oceaniche ho gareggiato con lo spirito della Coppa America, con l’idea di spingere al massimo ma erano soltanto due settimane da fare quasi in apnea. Stavolta sarà diverso e bisognerà gestire tutto». La barca è performante («Le vele che realizzo io sono il mio fiore all’occhiello, ma negli anni ho migliorato quasi tutto e soprattutto sono in grado di trovare il motivo di un eventuale problema e risolverlo da solo»), lui ha l’esperienza di un marinaio di 59 anni (li compirà poco prima del via) che in barca a vela ha fatto praticamente tutto. Adesso gli manca la sfida più grande e vuole vincerla portando in giro per il mondo la bandiera della sua Sardegna.

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