È scontro tra la Cigl Fillea e alcune sigle imprenditoriali del settore edilizio sardo. A innescare la protesta dei rappresentanti dei lavoratori è stato l'inizio di una trattativa per la stipula di un nuovo accordo di categoria integrativo che avrebbe però escluso la partecipazione di alcune parti sindacali. "È sconcertante apprendere da dichiarazioni dell'Ance regionale e di Nuoro e dall'Aniem-Confapi, che si sarebbero svolti in questi giorni incontri sulla contrattazione integrativa del settore in Sardegna con una sola sigla sindacale e che, addirittura, siano stati raggiunti accordi al di fuori della legittima compagine deputata a prendere decisioni al riguardo in rappresentanza dei lavoratori edili sardi", ha protestato la segretaria regionale della Fillea Cgil Erika Collu, contestando di conseguenza il valore di intese non raggiunte unitariamente.

Il sindacato è intervenuto anche nel merito delle molteplici affermazioni apprese dalla stampa. Ad esempio, sull'esigenza di omogeneizzazione in fatto di costi manifestata dalle associazioni datoriali: "Ci pare doveroso ricordare - ha aggiunto Erika Collu - che correva l'anno 2007 quando furono rinnovati per l'ultima volta i contratti integrativi in Sardegna e che risale ormai al 2016 il recesso dal contratto integrativo provinciale da parte delle Sezioni Ance di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano". Val la pena forse ricordare che l'istituto contrattuale ha, dal punto di vista giuridico, una dinamica transitoria che non può certo durare così a lungo.

La Stessa Fillea ha ricordato inoltre che nel 2019, la Sezione dei Costruttori della Sardegna Meridionale era rientrata da quella procedura, consentendo ai lavoratori di tornare legittimamente in possesso di una parte importante del loro salario: "Questo significa - ha fatto notare la segretaria regionale - che il primo disallineamento nei costi della manodopera si realizza fra territori all'interno della stessa Associazione, con tutte le ripercussioni che questo può avere in sede di gare d'appalto, anche pubbliche".

Per la Fillea "stupisce, pertanto, che si parli di dumping quando non si rispettano i contratti".

Come se non bastasse, il sindacato sta verificando in questi giorni la situazione di alcuni lavoratori di aziende appaltatrici per conto di Abbanoa che pare abbiano subìto una modifica nell'applicazione contrattuale, pur continuando a svolgere la medesima mansione e all'interno dello stesso cantiere: "Se così fosse, sarebbe un fatto di fortissima gravità che ovviamente denunceremo in tutte le sedi competenti".

Nel frattempo, la Fillea chiede all'assessorato ai Lavori pubblici un controllo stringente in merito alla congruità dei costi della manodopera con la contrattazione collettiva, per scongiurare che uno stesso lavoratore - a parità di mansione - possa vedersi scippata parte del suo salario.

Gli edili Cgil poi, sempre in riferimento alle dichiarazioni stampa, concordano sul fatto che la contrattazione debba contenere un elemento di equità per i lavoratori e che la concorrenza debba giocarsi sul terreno della qualità e non del risparmio sulla loro pelle. E oltre a questo, condividono l'esigenza di un contratto regionale omogeneo: "Sono anni che rivendichiamo la piattaforma per un contratto integrativo regionale ma a tal riguardo proprio l'Ance Sardegna si è sempre tirata indietro". In questa direzione - cioè in quella dell'omogenizzazione dei costi - si posiziona invece la sottoscrizione del primo contratto integrativo regionale con gli Artigiani di Confartigianato-Anaepa e Casartigiani.

Infine, il sindacato concorda sul fatto che il settore delle costruzioni assomigli sempre di più a una giungla ma di certo non per via del Codice degli appalti - che rappresenta un sistema di regole di legalità e trasparenza - bensì per il motivo opposto, perché ci sono aziende che hanno individuato nel taglio del costo del lavoro la leva su cui agire per stare a galla: disapplicazione contrattuale, sotto-inquadramenti, irregolarità nei versamenti alle Casse edili, part-time mascherati, false partite iva, questi sono solo alcuni dei fenomeni purtroppo diffusi nel settore dell'edilizia.

"Vorremmo da tempo - ha concluso Erika Collu - che le imprese sarde trovassero il coraggio di uscire dalla logica dei muretti a secco per provare a innescare, invece, dinamiche virtuose che le vedano unirsi e condividere know how per concorrere sul mercato in maniera strutturata". Ed è proprio in considerazione della complessità e della mole di lavoro sul tavolo delle parti sociali che la Fillea Cgil auspica che il confronto sindacale torni a svolgersi secondo la dialettica corretta e con tutti i soggetti deputati, nel rispetto dei criteri delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
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