Dalla “pancozza” agli scarti di lavorazione del marmo sino alle macerie del vecchio stadio Sant’Elia. Il team dell’Università di Cagliari diretto da Mauro Coni sta conducendo uno studio sui materiali del futuro completamente riciclati. “Le strade sono un ottimo modo per reimpiegare questi materiali e moltissima ricerca viene sviluppata da 30 anni nei laboratori di Ingegneria Civile dell’Università di Cagliari nell’ambito dell’iniziativa “Sardinia Green Roads”, spiega Coni. Non solo strade, ma edifici, arredi urbani, pannelli, pavimentazioni, possono essere realizzati con scarti.

Professore, gli scarti diventano una ricchezza?

“In Sardegna, antichissima terra di miniere e cave, l’attività estrattiva ha prodotto una quantità di sfridi e cumuli di lavorazione formidabile: oltre 200 milioni di metri cubi di ottimi materiali da costruzione giacciono inutilizzati in 2300 cumuli. Granito, marmo, carbone, ceneri volanti, gesso, solo per citarne alcuni. È una grandissima opportunità sfruttare questo patrimonio di materiali già cavati, in contesti ambientalmente sensibilissimi, con difficoltà oggettive di approvvigionamento e incertezza dei trasporti verso l’Isola”.

Il team dell'Università di Ingegneria di Cagliari
Il team dell'Università di Ingegneria di Cagliari
Il team dell'Università di Ingegneria di Cagliari

Facciamo due conti.

 “L’impatto sarebbe eccezionale. In Sardegna ci sono a disposizione 5 miliardi per infrastrutture stradali, porti e aeroporti. Strutture che richiedono quantitativi enormi di inerti. Per capirci, il costo degli inerti per realizzare una strada è del 45 per cento. Un materiale che possiamo avere a disposizione gratis”.

Anche il legno sardo può diventare una risorsa?

  “Piccolo, storto, nodoso e resinoso non incontra il mercato e neppure un chilogrammo del legno utilizzato nelle costruzioni in Sardegna proviene dai suoi boschi. Viene bruciato. Eppure ha ottime caratteristiche meccaniche, duro e resistente alle aggressioni di batteri e muffe. Per questo motivo incollato in panelli, o per realizzare brick per pavimentazioni ha delle qualità eccellenti”.

Dalle ceneri del vecchio Sant’Elia il nuovo stadio.

“I calcestruzzi derivanti dalla macinazione della storico impianto del Cagliari verranno riutilizzati per il nuovo stadio. Il vecchio stadio macinato produrrà inerti che verranno impiegati per a costruzione della nuova Sardegna Arena che ospiterà le partite del Cagliari. Nei laboratori di ingegneria civile sono state condotte le prove sui materiali per verificare come e con che accortezze i calcestruzzi così realizzati saranno in grado di ottenere le prestazioni meccaniche necessarie”.

E la “pancozza”?

“La produzione delle cozze determina significativi scarti di lavorazione: gusci e plastiche (cassette, reti, pedane, etc.) necessarie alla loro commercializzazione. Da qui un progetto innovativo per creare un manufatto con questi due materiali rigenerandoli. La plastica ridotta in piccoli aggregati viene, con un apposito estrusore, portata a temperature di circa 200°C e profilata in barre di diversa forma e lunghezza. I gusci delle cozze vengono frantumati, vagliati e separati, per ottenere frazioni granulometriche con cui preparare calcestruzzi a bassa resistenza. Per migliorarne le prestazioni il materiale viene miscelato con altri scarti: gli sfridi del calcare di Orosei. Il calcestruzzo contiene oltre agli scarti di cozze e marmo anche ecocemento, prodotto a basso consumo energetico Rck 425, impastato con acqua e versato in stampi. Abbiamo già pronto un progetto per realizzare 20 panchine per il comune di Terralba”.

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