Ha resistito per trent’anni e 267 giorni. Da quella magica serata del 17 settembre, un martedì, sulla pista del Cus Cagliari, a sabato 11 giugno 2022. Ben 11.225 giorni per togliere sei centesimi al primato italiano Juniores degli 800 metri, che l’allora diciottenne Davide Cadoni aveva scolpito nel granito: 1’46”93, in una gara vinta da una leggenda come Nourredine Morceli in 1’44”97 che l’atleta di Samassi, allora tesserato per l’Acli Mariano Scano, aveva chiuso al quinto posto. La pista di Sa Duchessa lo aveva premiato, così come aveva fatto con Genny Di Napoli (personale sui 3.000 metri in 7’45”85) e con l’amsicorina Johanna Zuddas, che si era migliorata di un decimo sui 400 metri (54”28). Inutile precisare che si trattava di una delle tante belle edizioni del Meeting Terra Sarda (la quinta).

A rimpiazzare nel libro dei record il poliziotto sardo è arrivato un diciannovenne lombardo di Niardo, Francesco Pernici (della FreeZone Brescia) che nel corso del 31° (numero fatidico) Meeting Città di Conegliano ha corso i due giri di pista in 1’46”87, prendendosi quel primato ormai “storico” con il secondo posto a 13 centesimi dal bosniaco Mujezinovic Abedin.

Una serata così non si dimentica.

“No, di sicuro. Ogni tanto mi passano per la mente dei flash di quella gara disputata a fine stagione, una cosa bellissima. Dopo gli Europei Juniores in cui non ero andato bene, uscendo in semifinale. Mi aveva lasciato un po’ di amarezza e mi preparai bene per quell’occasione. Ricordo che al via c’era qualche nome forte. Fece due giri praticamente identici, in 53”5, cosa per un 800 è strano. Fu una gara istintiva, fatta seguendo le sensazioni e ricordo che corsi in facilità, non arrivai stanchissimo”.

Crescendo seppe migliorarsi?

“Sì, in carriera ho fatto 1’45”23 al Golden Gala di Roma, tre anni dopo. Ma già l’anno successivo, ai Mondiali Junior di Seul 1992, arrivai terzo in 1’46”63 ma mi squalificarono e mi tolsero il bronzo perché avevo pestato una linea. Non riuscimmo a fare un ricorso efficace, cosa che riuscì invece agli australiani. Ricordo che Steve Cram, che commentava per la tv inglese in tribuna, vicino al mio allenatore Nardino Degortes continuava a esclamare: incredibile, incredibile!”.

La pagina dell'Unione Sarda del 18 settembre 1991 con la cronaca del record di Cadoni
La pagina dell'Unione Sarda del 18 settembre 1991 con la cronaca del record di Cadoni
La pagina dell'Unione Sarda del 18 settembre 1991 con la cronaca del record di Cadoni

Tanto tempo per battere un record. Non è un buon segno per il settore giovanile italiano…

“Sì, ma oggi la Fidal con personaggi come il presidente Stefano Mei o consiglieri come Baldini e Ottoz, ha capito quanto è importante lavorare sul settore giovanili, fare reclutamento nella scuola come si faceva prima. Un tempo erano gli stessi insegnanti a portare i ragazzi al campo. Oggi vedo di nuovo una bella crescita, anche in altre specialità c’è un bel fermento, vedo i ragazzi partecipare alle gare internazionali”.

L’Isola è rimasta indietro proprio nel mezzofondo: perché?

“Non lo so. Ho fiducia nel responsabile tecnico Andrea Cabboi e nel contributo che possono dare Sara Palmas o Claudia Pinna. Poi non so se ci sia un problema di reclutamento, perché non è sempre facile trovare talenti”.

Come ha saputo del nuovo primato?

“Me l’ha detto Andrea Cabboni. Allora gli ho chiesto di avere il numero di telefono di Pernici per fargli i complimenti. Io l’avevo strappato al povero Donato Sabia e lui l’ha fatto con me. Era quasi stupito di ricevere il mio messaggio”.

La soddisfazione però resta?

“Certo. A parte quelli di Mennea, far durare un primato così tanti anni non è semplice e per me è un orgoglio, anche per il paese di Samassi che rappresento. Anche se sono da tanto tempo a Cagliari le radici non si dimenticano”.

Cagliari significa polizia...

“Esatto. Io l’atletica ad altissimo livello l’ho potuta fare grazie al gruppo sportivo delle Fiamme Oro, professionalmente poi mi ha dato un lavoro che faccio con grande passione”.

Qual è il rapporto con l’atletica leggera?

“Quando ho smesso con l’attività agonistica ho fatto il corso per istruttore di base, ma non ho trovato società che abbiano voluto coinvolgermi e avvalersi delle mie idee, ma forse dipende dalla mia capacità di comunicare. Quando ho ripreso, dopo il 2013, a fare attività fisica, ho praticato il triathlon per divertirmi ed è stata una bellissima esperienza”.

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