Bonaria-Buenos Aires: il legame con Cagliari di Papa Francesco
Nel settembre di dodici anni fa Jorge Maria Bergoglio arriva nel capoluogo della Sardegna, prima viaggio dal giorno dell’elezione: decine di migliaia di fedeli attendono il suo arrivo davanti alla basilicaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Buenos Aires, Buen Aire, Bonaria. In questi tre nomi c’è tutto il legame, stretto, tra Jorge Mario Bergoglio, il pontefice arrivato in Vaticano «dalla fine del mondo», e la Sardegna. Col suo capoluogo, in particolare.
La folla
Il Papa argentino nel maggio 2013 osserva dall’alto la folla di fedeli che riempiono piazza San Pietro, decide di «salutare i vescovi sardi e i pellegrini che sono con loro qua» e subito dopo annuncia la volontà di «visitare il Santuario della Madonna di Bonaria a Cagliari. E probabilmente questo accadrà in settembre». Andrà proprio così. L’Isola sarà la destinazione prescelta da Francesco quale meta del suo primo viaggio dal giorno della salita al soglio di Pietro.
Quattro mesi dopo alle 8,15 il Falcon da 12 posti atterra a Elmas. Lo attende, tra gli altri, l’arcivescovo Arrigo Miglio: proprio lui nella primavera precedente aveva invitato il Santo Padre in città. Alle 8,22 si apre la porta, la scaletta a soffietto tocca l’asfalto e compare Bergoglio. La folla lo accoglie tra battimani, urla e lacrime. Sono trascorsi cinque anni dall’ultima visita di un pontefice, il predecessore Benedetto XVI. Il Papa scende dal velivolo, sale a bordo dell’auto di rappresentanza e chiede di passare accanto alle transenne prima di lasciare l’aeroporto alle 8,32 per dirigersi verso Bonaria. Prima però c’è una tappa al Cpa di Elmas, dove un centinaio di immigrati attende all’esterno il passaggio del corteo. L’auto rallenta davanti all’edificio e Francesco saluta, arrivando ad allungare la mano fuori da un finestrino e a scambiare un “cinque” tanto giovanile quanto sorprendente (ancora nessuno conosceva bene il Pontefice) con una donna assiepata lungo la strada.
In città
Poi il corteo percorre la Statale 130 e pochi chilometri più avanti, in viale Monastir, ecco il cambio di mezzo: si sale sulla “papamobile”. In città, in via Sant’Avendrace, la folla cresce di numero. Il primo incontro è previsto nel largo Carlo Felice alle 8,50. Nel frattempo il sagrato di Bonaria è già pieno. Donne e uomini, studenti e professionisti, disoccupati, cassintegrati, sacerdoti, malati arrivati in auto, treno e pullman da tutta l’Isola, in alcuni casi partiti prima dell’alba, qualcuno con doni e piccoli omaggi (le gallette di Bosa, il vino di Jerzu, i culurgiones di Lanusei).
Sono attesi ben 350mila pellegrini a Cagliari, tra i quali i rappresentanti dei circoli sardi nella patria di Bergoglio. Non potevano mancare perché, dicono, «il Pontefice è un discendente di emigrati italiani in Argentina e quindi conosce bene il dolore dei tanti che in passato hanno dovuto lasciare il proprio Paese spinti dal bisogno». Origini italiane e quel legame della Capitale sudamericana con Bonaria: tutto torna.
«Fratellanza»
«Tra Buenos Aires e Cagliari c’è fratellanza per una storia antica», ricorda proprio papa Francesco spiegando il perché della sua decisione di visitare Cagliari, «il fondatore voleva nominarla città della Santissima Trinità ma i marinai che lo avevano portato lì erano sardi e volevano chiamarla Bonaria. C’è stato uno scontro e si è giunti a una mediazione chiamandola “Città della Santissima Trinità e porto di nostra Signora di Bonaria”, ma quel nome era troppo lungo e sono rimaste le ultime due parole, Buona aria-Buenos Aires, ma è per la Madonna di Bonaria, la vostra Bonaria». E poi un sorriso gli riempie il volto.
«Francesco sentiva forte questa parentela, questo legame spirituale fra Cagliari, la Sardegna e la città in cui è nato e della quale è stato arcivescovo», avrebbe detto anni dopo (era il 2018) padre Federico Lombardi, gesuita, dieci anni direttore della Sala Stampa vaticana prima con Benedetto XVI e poi agli esordi del pontificato di Bergoglio».
E lo stesso Miglio, commentando la decisione del Pontefice di arrivare in città, disse di aver avuto «sempre l’intima certezza che il Papa avrebbe voluto visitare Bonaria quanto prima, sia per la sua devozione mariana sia per il legame tra la sua città d’origine e la Sardegna, che ha mostrato di apprezzare già al tempo in cui era arcivescovo di Buenos Aires».
Quel giorno di settembre 2013 fu una festa indimenticabile. E oggi Cagliari ricorda con amore, e dolore, il “suo” Papa.