Dipinse tanto: 900 opere nell’arco di dieci anni. Ma in vita riuscì a vendere un solo quadro. Il genio di Van Gogh va naturalmente oltre i numeri che, però, aiutano a cogliere la magia rivoluzionaria di un artista immenso, tormentato e incompreso. Uno dei suoi dipinti più famosi, I Girasoli, a New York è stato venduto per 40 milioni di dollari. Ma erano passati oltre 130 anni dalla sua nascita, avvenuta il 30 marzo 1853 nel sud dell’Olanda, a Groot Zundert. «Poiché il grano è grano, anche se la gente dapprima lo prende per erba. Non posso cambiare il fatto che i miei quadri non vendono. Ma verrà un giorno in cui la gente riconoscerà che valgono più del valore dei colori usati nel quadro», diceva in modo profetico, consapevole di lasciare un’arte immortale.

I suoi capolavori continuano a fare il giro del mondo. Oggi viaggiando lungo i sorprendenti percorsi della tecnologia digitale possono arrivare in posti impensabili, come a Bitti, paese della Barbagia che per due mesi ospita una mostra multimediale che in realtà è un’esperienza piena di colori, luci, musiche ed emozioni. Un caleidoscopio intenso e affascinante, accompagnato dalle musiche di Ravel, Chopin, Schubert, Vivaldi, Beethoven, Handel. Sugli schermi dello storico cinema Ariston scorrono le immagini di opere note, ma sempre strepitose, a iniziare dal paesaggio insuperabile della famosa Notte Stellata. Gli esperti sono convinti che l’opera sia stata dipinta poco prima dell’alba del 19 giugno 1889. Van Gogh esprime i suoi drammatici tormenti con raffigurazioni potenti. Dipinge a memoria, sebbene non fosse sua abitudine. Quella volta non si mette davanti al paesaggio ma cerca di riprodurre la sensazione vissuta. «Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni», diceva. E non a caso la mostra di Bitti si intitola Il Sogno.

Notte Stellata, uno dei capolavori (foto Orunesu)
Notte Stellata, uno dei capolavori (foto Orunesu)
Notte Stellata, uno dei capolavori (foto Orunesu)

Van Gogh dipinge quel capolavoro dopo terribili vicissitudini che lo avevano portato in una clinica per malati mentali a Saint Remy de Provence. Quel periodo di internamento è molto fecondo dal punto di vista artistico. Dipinge senza sosta approdando a uno stile simbolico capace di emanciparsi dagli schemi impressionisti. Lì vive sereno, quasi protetto. Quando lascia l’ospedale psichiatrico si trasferisce vicino a Parigi, ad Auvers-sur-Oise. «Mi sono rimesso al lavoro anche se il pennello mi casca quasi di mano e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l’estrema solitudine», scrive al fratello in una delle oltre 700 lettere rivolte a parenti e amici. Il campo di grano e il cielo agitato con un volo di corvi sono anche le ultime immagini che dipinge prima del suicidio il 29 luglio 1890, a 37 anni.

Visitatori (foto Orunesu)
Visitatori (foto Orunesu)
Visitatori (foto Orunesu)

«La nostra vita è un viaggio dalla terra al cielo», dice senza tacere la complessità e i dolori del cammino. La sua arte riflette luci e colori dei luoghi dove vive. Da Groot Zundert va all’Aia dove fa il mercante d’arte, poi a Londra, quindi ad Amsterdam dove studia teologia, poi a Bruxelles dove inizia a studiare disegno, ad Anversa frequenta l’Accademia. Nel 1886 a Parigi la svolta. Decide di fare il pittore a tempo pieno, incontra Monet, Degas, Renoir e Toulouse-Lautrec. Scopre l’impressionismo e la forza del colore. Fino a quel momento nelle sue opere prevalgono i chiaroscuri della tradizione olandese. Ora domina un caleidoscopio di colori intensi e luminosi. Nel caos inebriante di Parigi scopre sregolatezza e povertà, delusioni e sofferenze che minano la sua autostima. Se ne va in Provenza dove la bellezza della natura, tra sole, alberi e prati fioriti, lo conquista. Prende casa con giardino ad Arles in modo che possa ospitare anche gli amici. È la celebre casa gialla. Qui dipinge la serie dei Girasoli in vaso e la sua stanza da letto, tra le opere da sempre più rappresentative.

I Girasoli (foto Orunesu)
I Girasoli (foto Orunesu)
I Girasoli (foto Orunesu)

Il colore per lui è un modo di esprimere le emozioni, più che di rappresentare la realtà. Pennellate ruvide e dense mostrano un approccio alla pittura definito scultoreo perché lo spessore dell’impasto cromatico vale assieme ai pigmenti a definire luci e ombre. Nella casa gialla accoglie l’amico Paul Gauguin, ma dopo alcuni mesi sereni tutto precipita. C’è una discussione, Gauguin se ne va e Van Gogh si taglia un orecchio. Una automutilazione che lo segna per sempre. La crisi depressiva non lo lascia in pace, per i residenti di Arles è pazzo. A quel punto si fa ricoverare nell’ospedale psichiatrico a Sant-Remy. Qui in 53 giorni dipinge 150 tele. I tormenti non passano. Dopo aver dipinto la Notte Stellata tenta di avvelenarsi ingoiando colori a tempera e bevendo il cherosene delle lampade. L’arte lo soccorre ancora. «Mandami, ti prego, trentatrè tubetti di colore bianco, rosso lacca, verde smeraldo, arancione, cobalto, malachite, cromo e blu oltremare», scrive al fratello. La tavolozza dei colori dà profondità al suo impegno. «L’arte non è una partita di piacere. È una lotta, un ingranaggio che tritura … non sono un filosofo, non voglio sopprimere il dolore, né trovare una formula che renda stoici o indifferenti. Il dolore è, forse, quello che fa esprimere più fortemente gli artisti», scrive ancora.

La sala della mostra (foto Orunesu)
La sala della mostra (foto Orunesu)
La sala della mostra (foto Orunesu)

L’arte di Van Gogh, anche quella espressa in forma multimediale, ha un richiamo irresistibile. Porta a Bitti tantissimi visitatori da tutta la Sardegna: 1500 le presenze nel solo week end pasquale, all’apertura della mostra. «Non tutti i visitatori conoscono l’artista, ma tutti apprezzano questa mostra che è alla portata di grandi e piccoli, di esperti e non», spiega Silvana Sanna che li accoglie e li introduce a uno speciale viaggio di 55 minuti tra 75 capolavori dell’artista precursore del linguaggio espressionista. In effetti il format propone una storia digitale molto coinvolgente, esperienza immersiva nel mondo onirico di Van Gogh approdata per la prima volta in Sardegna dopo aver raccolto un successo internazionale con tappe in Europa, America e Asia.

La mostra apre ogni fine settimana, dal venerdì alla domenica, e nei giorni festivi fino al 19 giugno.​​​​​​​

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