Il 3 gennaio 2024, tra meno di un mese quindi, compirà 15 anni. Appena pochi mesi dopo quella celebrazione il Bitcoin ha toccato il suo primo record storico, sfondando il tetto dei 30mila dollari. Anni di montagne russe, su è giù, tra speculazioni e investimenti. Fino al “cambio” record di 40mila dollari nel 2021. Da lì un brusco crollo a cavallo tra il 2021 e il 2022, seguito da lunghi mesi di stagnazione. Ora, però, Bitcoin, la critpovaluta più conosciuta al mondo e amata dai Millennials, che ha giocato un ruolo fondamentale nell’innovazione del mondo della finanza anche grazie alla sua trasparenza e alla sua sicurezza legate alla tecnologia blockchain, sta nuovamente decollando. Solo nell’ultimo mese è cresciuta del 20% e addirittura del 150% dall’inizio dell’anno, tornando sopra i 40mila dollari (42mila, per l’esattezza).

A spingere il Bitcoin è anche il maggiore interesse degli investitori nel settore dopo la chiusura di due casi penali che hanno offuscato le prospettive del settore nell'ultimo anno. Il mese scorso è stato riconosciuto Sam Bankman-Fried, il fondatore ed ex amministratore delegato di FTX, colpevole di una delle maggiori crisi finanziarie della storia americana. A fine novembre, invece, invece Binance ha patteggiato con il Dipartimento di Giustizia il pagamento di 4,3 miliardi di dollari e l'allontanamento dell'amministratore delegato Chanpeng Zhao (CZ così è Conosciuto), colpevole di aver violato le norme antiriciclaggio. Per il mercato delle valute digitali la chiusura dei due casi rappresenta una boccata di ossigeno perché consente di voltare pagina e aprire un nuovo capitolo nel quale potrebbe rientrare l’approvazione della Sec al primo Eft in Bitcoin nelle prossime settimane. Tradotto: la Sec, il regolatore americano, potrebbe presto approvare il primo strumento di investimento “Etf” con in pancia veri bitcoin, sancendo così l’ingresso del re delle cripto nel (ricco) club della finanza ufficiale.

Si vedrà. Nel frattempo le criptovalute continuano a dividere il mondo: da una parte ci sono coloro che si interrogano (e spingono) affinché debbano essere sdoganate come legittimo strumento di investimento, per quanto volatile, dall’altra quelli che lo osteggiano come valore “grigio”, speculativo e manipolabile, utile per lo più ai criminali. I regolatori del mondo continuano a rispondere in modi opposti, tra chi accetta e magari incoraggia, come Dubai e Singapore, chi bandisce, come la Cina.

Nell’incertezza, resta un fatto: l’ottimismo è tornato e sta alimentando un’ondata al rialzo che rendo le criptovalute, in testa i Bitcoin, di nuovo l’investimento più lucrativo dell’anno, meglio di oro, azioni o titoli di Stato.

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