Mandas, il paese dei musei. Unici. In Sardegna e non solo. Già oggi visitare la casa de is aiaius, la casa dei nonni, è un viaggio nel passato interessantissimo, grazie a un lavoro di recupero di una vecchia casa padronale in centro storico nella quale è stato recuperato e valorizzato ogni dettaglio della vita in una comunità come quella dell’ex capitale del Ducato tra l’Ottocento e il Novecento. E il museo dell’arte sacra oltre alla mostra sulle armi ospitata in Municipio che passa in rassegna tutte le dotazioni dei soldati dai fenici punici sino al periodo medievale.

Il museo “Is lollas de is aiaius” a Mandas (sev.sir.)
Il museo “Is lollas de is aiaius” a Mandas (sev.sir.)
Il museo “Is lollas de is aiaius” a Mandas (sev.sir.)

Nel futuro prossimo altri due gioielli arricchiranno la proposta turistico-culturale per chi sceglierà questo scorcio della Sardegna dell’interno per conoscere uno degli aspetti più veri dell’Isola, cioè l’accoglienza e l’ospitalità. Entro un mese verrà aperto al pubblico il primo museo delle auto d’epoca grazie alle donazioni di un professore universitario in pensione, che ha regalato per trasmetterlo ai posteri il suo patrimonio di conoscenze e di ricerche, fatto di vetture che hanno fatto la storia della motorizzazione non solo in Italia. Ed entro pochi anni sarà inaugurata la prima casa museo dedicata in Sardegna a un calciatore, Renato Raccis, nativo di Mandas, che è stato il primo sardo a giocare e a segnare in Nazionale con le maglie nel Livorno e nel Milan alla fine degli anni 40.

Da sinistra, l'assessore Walter Uccheddu, il sindaco Umberto Oppus e il vicesindaco  Umberto Deidda (foto Paolo Carta)
Da sinistra, l'assessore Walter Uccheddu, il sindaco Umberto Oppus e il vicesindaco  Umberto Deidda (foto Paolo Carta)
Da sinistra, l'assessore Walter Uccheddu, il sindaco Umberto Oppus e il vicesindaco Umberto Deidda (foto Paolo Carta)

Mandas paese dei musei, quindi. Già oggi, il Trenino verde dell’Arst porta in paese nel fine settimana decine di turisti e le prenotazioni dei convogli turistici sono sempre in aumento. «Il segreto – dice il sindaco Umberto Oppus - non è in realtà un segreto ma sta nella bellezza e nella qualità della vita che il nostro centro abitato è in grado di offrire e non solo ai visitatori. A mezz’ora da Cagliari in auto, 45 minuti in treno, mette a disposizione dei visitatori non solo un centro storico recuperato e il museo della casa dei nonni, ma anche un percorso enogastronomico che propone i sapori autentici del nostro territorio, sempre più apprezzato dai viaggiatori del fine settimana e non solo».
La scommessa dell’amministrazione comunale di Mandas non si può dire ancora vinta ma l’approccio è molto positivo. Soprattutto per il fatto che stanno nascendo tanti bed and breakfast e strutture ricettive che hanno portato n pochi anni a cento i posti letto disponibili in paese. La riservatezza in questi casi è un valore aggiunto, ma in certe strutture sono ormai clienti fissi attori stranieri vincitori di Oscar e stelle dello spettacolo, innamorati a prima vista di Mandas e dintorni.
«La riprova è un dato importante – rivela il sindaco Oppus – per la prima volta nel 2024 abbiamo registrato un saldo attivo tra chi è ritornato in paese e chi è emigrato. In 4 hanno lasciato Mandas, in 7 hanno fatto ritorno. Certo, la natalità e la mortalità alla fine fanno registrare un segno meno per i residenti, ma il percorso è appena iniziato e il futuro per Mandas cominciamo a vederlo più roseo. Noi nel nostro piccolo ci stiamo battendo per cambiare una certa politica. Cagliari e la sua area vasta hanno oltre mezzo milione di abitanti, residenti ai quali dobbiamo aggiungere i turisti che per l’acqua dipendono dal Flumendosa, per ortaggi e frutta dal Campidano, per le carni dal resto dell’isola. Per questo motivo è stato un errore in passato accettare lo spopolamento delle zone interne, che invece devono essere valorizzate in assoluto: da loro dipende anche il futuro delle città».
Già nella tarda primavera di quest’anno chi andrà in visita a Mandas potrà farlo spendendo 7 euro di biglietto per il treno godendo del viaggio in pieno relax, proprio come lo scrittore inglese Lawrence che visitò la Sardegna nel 1921, e potrà visitare il museo etnografico della casa de is aiaius, il museo di auto d’epoca e partecipare ai laboratori per la preparazione dei ravioli o del formaggio, potrà approfittare di del menù tradizionale a chilometri zero proposto da ristoranti e agriturismi del paese e apprezzare soprattutto quello di cui Umberto Oppus è orgoglioso: «La qualità della vita».

Il professor Attilio Mocci Demartis mostra uno dei pezzi della sua collezione di auto d'epoca (foto Paolo Carta)
Il professor Attilio Mocci Demartis mostra uno dei pezzi della sua collezione di auto d'epoca (foto Paolo Carta)
Il professor Attilio Mocci Demartis mostra uno dei pezzi della sua collezione di auto d'epoca (foto Paolo Carta)

Sono giorni frenetici in Municipio a Mandas. Il museo dell’automobile è quasi pronto: il professore Attilio Mocci Demartis ha donato una serie di vetture di grande prestigio, quasi tutte francesi, Sunbeam, Morris, Seat, Simca, Renault, Peugeot, Austin Healey, Salmson, Rosengart, Matra, Tatra, Panhard, Citroën ed una rara Licorne prodotta nella prima metà del Novecento. In esposizione ci sarà anche la prima auto arrivata in Sardegna, una Vermorel.

La figurina di Renato Raccis (foto Paolo Carta)
La figurina di Renato Raccis (foto Paolo Carta)
La figurina di Renato Raccis (foto Paolo Carta)

E altri collezionisti hanno manifestato al sindaco Oppus «la volontà di donare i loro gioielli al primo museo di questo tipo nato in Sardegna», rivela il sindaco mentre nel suo ufficio al primo piano scarta un piccolo contenitore arrivato da pochi minuti in Municipio: «Eccole, le stavamo aspettando: sono le figurine Nannina, le antesignane delle Panini, in cui compare il nostro compaesano Raccis. Quelle quando indossava le maglie del Livorno nel campionato 1946-47 e quelle con la casacca nel Milan nel 1948-49. Le abbiamo acquistate in un’asta on line. Raccis fu il primo sardo a segnare un gol nella Serie A e nel derby di Milano ed ebbe una storia unica: fu il primo calciatore a vincere una causa di lavoro contro la propria squadra, il Milan dopo il ritiro per colpa della Tbc. Nella casa museo troveranno spazio anche i reperti che ci hanno regalato i familiari di Marius Sardara, il famoso capo tifoso del Cagliari dello scudetto, anche lui mandarese». Palloni in cuoio d’antan e foto d’epoca per arricchire sempre di più Mandas, il paese dei musei.

Mario Sardara (Marius) nel suo bar accanto alla statua di Gigi Riva e, sotto, assieme a Claudio Ranieri e al leader dei tifosi interisti (foto archivio Domenico Manca)
Mario Sardara (Marius) nel suo bar accanto alla statua di Gigi Riva e, sotto, assieme a Claudio Ranieri e al leader dei tifosi interisti (foto archivio Domenico Manca)
Mario Sardara (Marius) nel suo bar accanto alla statua di Gigi Riva e, sotto, assieme a Claudio Ranieri e al leader dei tifosi interisti (foto archivio Domenico Manca)

© Riproduzione riservata