Artigianato, edilizia e turismo: prospettive e incognite per il 2025 nell’Isola
Per l’Isola l’andamento del nuovo anno dipenderà dal comportamento di alcuni settori chiavePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Che anno sarà per l’economia sarda? L’andamento del 2025 dipenderà dal comportamento di alcuni settori chiave, come l’edilizia e il turismo. Ma per cercare di capire cosa succederà nei prossimi mesi si deve guardare innanzitutto il recente passato.
Nel 2024, secondo l’ultimo report di Bankitalia, le attività economiche dell’Isola hanno continuato a rallentare rispetto al 2023. Se volessimo dare una forma alle performance degli ultimi anni, la Sardegna sta proseguendo su un lungo piano inclinato verso il basso. La discesa è iniziata nel secondo semestre del 2021, quando si è raggiunto il punto più alto del rimbalzo post Covid. Qualche numero, per capire meglio, è sempre utile: il prodotto interno lordo sardo quest’anno è cresciuto dello 0,4% nei primi sei mesi, mentre non si hanno ancora i dati complessivi di tutto il 2024, che a livello nazionale dovrebbero evidenziare un aumento dello 0,5%. Come sono andati le varie aree produttive della Sardegna? “Nel corso del 2024 il quadro congiunturale dell’industria in senso stretto in regione è rimasto debole, con andamenti eterogenei tra comparti”, riassumono gli analisti della Banca d’Italia.
“Sul settore metallifero hanno continuato a incidere l’incertezza circa il riavvio di alcuni grandi impianti e il possibile ulteriore ridimensionamento della base produttiva”. Il riferimento è al Sulcis in eterna attesa di rilancio: le crisi di Portovesme srl e le situazioni di stallo per Eurallumina e Sider Alloys incidono sui conti complessivi del settore. Le previsioni per il futuro sono legate all’andamento di industria e manifattura: la produzione italiana è in calo da due anni e lo scenario europeo, con la frenata della locomotiva Germania e il crollo dell’automotive, non fa pensare a imminenti accelerate.
Sempre nel 2024, “una dinamica più favorevole ha caratterizzato invece l’industria alimentare, soprattutto quella casearia, e la raffinazione dei prodotti petroliferi. In un contesto di debolezza ciclica e di elevata incertezza, le imprese hanno confermato i piani formulati all’inizio dell’anno, che prevedevano in prevalenza una contrazione della spesa per investimenti”. Sul 2025, in questo settore, incombe una grande incognita: le prospettive restano positive, ma sul mercato potrebbero incidere nuove misure protezionistiche degli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump. E non aiutano certo i consumi interni: da questo punto di vista la Sardegna è in fondo alle classifiche nazionali.
Capitolo edilizia: nel 2024 il comparto ha rallentato ulteriormente, “riflettendo il calo dell’edilizia residenziale privata, non compensato dall’espansione della domanda pubblica legata anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)”, evidenzia Bankitalia. Le previsioni a livello nazionale dicono che 2025 e 2026 saranno gli anni della ripresa: il calo dei tassi di interesse e la maggior facilità di accesso ai mutui potrebbero stimolare il mercato. Anche nell’Isola.
Infine il turismo. L’anno appena trascorso ha registrato una crescita. L’industria delle vacanze è stata trainata da un traffico passeggeri (soprattutto quello del settore aereo) in aumento rispetto al 2023. I tre aeroporti sardi hanno superato la soglia dei dieci milioni di viaggiatori. Nel 2025 i mercati che potrebbero determinare una nuova crescita sono quello tedesco (da sempre molto importante per la Sardegna) e quello nordamericano. Sotto questo aspetto potrebbero essere decisivi gli incentivi alle compagnie aeree per l’apertura di nuove rotte.