L’ inizio è subdolo: le persone cominciano a dimenticare alcune cose, per arrivare al punto in cui non riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e hanno bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. La demenza di Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500mila ammalati. È la forma più comune di demenza senile, uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali che implica serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane. La malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive, si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare ma può causare anche altri problemi fra cui stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.

Nel Centro Disturbi Cognitivi e Demenze Territoriale del Distretto Cagliari Area Vasta, nella Cittadella della salute, padiglione N, via Romagna 16 Cagliari (telefono 070 6094027; email centrodisturbicognitivi. areavasta@aslcagliari.it - aperto il lunedì e martedì dalle 8 alle 17; il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 8 alle 15), opera l’equipe diretta dalla dirigente medica geriatra Valeria Putzu in collaborazione con la psicologa Daniela Viale. Il centro è rivolto a pazienti di età superiore ai 65 anni, affetti da disturbi cognitivi e demenze e ai loro familiari. Per la prima visita geriatrica occorre la richiesta del medico di medicina generale per "visita geriatrica” e si prenota attraverso il CUP (070 474747).

Dottoressa Putzu, com’è andato lo screening che avete effettuato nel CDCD del Distretto Cagliari Area Vasta?

«In occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer (21 settembre 2024) il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) del Distretto Cagliari Area Vasta ha effettuato un evento gratuito di screening (Open Day) delle funzioni cognitive rivolto alla popolazione over 65 anni. Tale evento è stato organizzato con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Sono stati valutati 37 soggetti di età superiore ai 65 anni (età media 75,86 anni) dedicando circa un’ora a persona; lo screening è stato richiesto da alcuni a scopo preventivo, da altri per percezione soggettiva di difficoltà cognitive. Ai partecipanti sono stati somministrati un test di screening delle funzioni cognitive e alcuni questionari di auto-somministrazione. A conclusione della valutazione effettuata sono stati forniti consigli e indicazioni per il medico curante. Abbiamo ricevuto ulteriori 157 richieste di partecipazione allo screening che non sono state accolte per assenza di disponibilità di posti, pazienti che comunque saranno ricontattati. Tali dati mostrano una crescente sensibilità della popolazione alla salute e benessere del proprio cervello ed un concreto bisogno di effettuare visite presso centri specializzati».

Quanto è frequente il disturbo cognitivo in Sardegna?

«Nella nostra Isola, sulla base dei dati Istat sui residenti al 1° gennaio 2023, è possibile stimare 31.449 casi di demenza nella fascia d’età uguale o superiore ai 65 anni e 682 casi di demenza ad esordio giovanile (compresi nella fascia d’età 35-64 anni). Si stima che siano circa 27.756 le persone con Disturbo Neurocognitivo Lieve (Mild Cognitive Impairment), ossia un deficit cognitivo con autonomia funzionale preservata. La demenza di Alzheimer (AD) è la più comune forma di demenza, rappresentandone oltre il 60% dei casi e la prevalenza aumenta con l'età, stimata fino al 30% nella popolazione over 65 anni. Nei soggetti con demenza di età superiore ai 65 anni le donne hanno una prevalenza doppia rispetto ai maschi; mentre non risultano esserci grosse differenze di genere nelle forme giovanili».

Quali sono i primi sintomi della demenza di Alzheimer?

«La demenza di Alzheimer si caratterizza per un inizio lento e graduale; nella forma classica della malattia (variante amnesica) il quadro clinico si manifesta con disturbi della memoria episodica per fatti recenti con un progressivo lento coinvolgimento delle altre funzioni cognitive (linguaggio, ragionamento, attenzione, orientamento temporo-spaziale) e/o con modifiche del comportamento. La presentazione della malattia può cambiare se siamo davanti alle varianti della demenza di Alzheimer (disturbo del linguaggio nella variante afasica, alterazioni del comportamento nella variante frontale, difficoltà visuo-spaziali nella variante corticale posteriore)».

Come si cura la Demenza di Alzheimer?

«Da più di trent’anni vengono portate avanti sperimentazioni farmacologiche volte ad individuare una terapia che modifichi il decorso della demenza di Alzheimer. Allo stato attuale, tuttavia, nessun farmaco in grado di interferire con la progressione della demenza è attualmente disponibile in Europa. Due anticorpi monoclonali diretti contro le diverse forme di placche amiloidi sono stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) per la commercializzazione negli Stati Uniti; uno di questi è stato approvato anche nel Regno Unito. L’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ha invece rifiutato l’autorizzazione alla immissione in commercio in Europa dei farmaci in questione per la minima efficacia nel rallentare il declino cognitivo a fronte di potenziali eventi collaterali anche gravi. Il dibattito in sede scientifica è tuttora acceso a livello internazionale. Attualmente abbiamo a disposizione farmaci “sintomatici” che possono rallentare il progredire dei sintomi cognitivi e il decorso della malattia (inibitori dell’acetilcolinesterasi e memantina) e farmaci per le alterazioni comportamentali. Restano, tuttavia, fondamentali gli interventi non farmacologici quali la stimolazione cognitiva e il supporto psico-educazionale volti al mantenimento delle autonomie funzionali, al miglioramento della qualità di vita, al benessere psicologico del paziente e del caregiver».

Quali sono i consigli per prevenire la malattia?

«La prevenzione dei disturbi cognitivi richiede un approccio multidominio che tenga conto dei numerosi fattori di rischio universalmente riconosciuti per queste patologie quali diabete, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, fumo, obesità, inquinamento atmosferico, traumi cranici, depressione, sedentarietà, assunzione di alcol, bassa scolarità e scarsa attività cognitiva, perdita di udito, perdita della vista, isolamento sociale. E’ stato dimostrato che l’intervento multidominio e non settoriale su tali fattori di rischio permette di prevenire o ritardare quasi la metà dei casi di demenza».

Daniela Viale, dirigente psicologa CDCD Territoriale Distretto Cagliari Area Vasta
Daniela Viale, dirigente psicologa CDCD Territoriale Distretto Cagliari Area Vasta

Daniela Viale, dirigente psicologa CDCD Territoriale Distretto Cagliari Area Vasta

Dottoressa Viale, esistono sostegni a favore delle famiglie?

«L’assistenza, in oltre l’80% dei casi, è garantita dalla famiglia che svolge tale compito per molti anni, fino all’istituzionalizzazione o alla morte del paziente. I caregivers hanno un ruolo cruciale nella gestione della malattia, sono “terapisti” nella gestione informale delle persone con demenza. La presa in carico del caregiver è pertanto un elemento chiave della cura delle persone con demenza e la sua formazione è uno degli interventi cardine. Gli interventi rivolti al caregiver consistono nel fornire corrette informazioni sulla malattia e sui servizi disponibili per facilitare l'accesso più tempestivamente possibile, nel promuovere e facilitare la comunicazione e l’adattamento ai cambiamenti. Il nostro CDCD organizza periodicamente i corsi psicoeducazionali in collaborazione con gli altri centri dell’area di Cagliari e da oltre 20 anni porta avanti i gruppi di auto-mutuo-aiuto per i familiari. Tali interventi, definiti psicosociali sono previsti dal piano nazionale demenze dell’ISS il cui fine principale è promuovere una buona qualità di vita delle persone con demenza e dei loro famigliari favorendo inclusione e partecipazione e sensibilizzando la comunità».

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