Nell’Europa scossa dalla guerra in Ucraina che ripensa ai muri anti migranti c’è una mappa che unisce il nord e il sud, l’est e l’ovest bypassando gli equilibri geopolitici. Accompagna gli appassionati di trekking che si muovono all’insegna di ritmi lenti, pieni di curiosità, con tanta voglia di camminare in lungo e in largo alla riscoperta del vecchio Continente. Si tratta della Rete sentieristica europea, articolata in 63 mila chilometri che guidano gli escursionisti tra la bellezza dei paesaggi e il fascino di borghi spesso lontani dai flussi turistici più gettonati. «La Rete dei sentieri europei è stata sviluppata impiegando sentieri preesistenti, come quelli della Grande Randonnée francese, ai quali sono stati aggiunti nuovi percorsi in modo da rendere tutta la rete profondamente interconnessa», spiega Renato Scarfi, autore del libro “Il mondo della Federazione italiana escursionismo”. In Italia proprio la Federazione italiana escursionismo o Fie è punto di riferimento in quanto responsabile della manutenzione e della segnaletica dei percorsi europei. Perché possano fregiarsi del riconoscimento europeo i sentieri devono attraversare almeno tre Paesi e varcare più confini nazionali così da poter rappresentare l’unione dei popoli che è il principio cardine della Rete.

La Rete dei sentieri europei tratta dal libro "Il mondo della Federazione italiana escursionismo" di Renato Scarfi
La Rete dei sentieri europei tratta dal libro "Il mondo della Federazione italiana escursionismo" di Renato Scarfi
La Rete dei sentieri europei tratta dal libro "Il mondo della Federazione italiana escursionismo" di Renato Scarfi

Con zaino in spalla e tanta volontà anche a reggere le fatiche del cammino c’è la possibilità di scegliere tra 12 percorsi di cui cinque toccano l’Italia. Il primo, meglio noto E1, parte da Capo Nord in Norvegia per giungere a Capo Passero a Siracusa: settemila chilometri che attraversano Svezia, Danimarca, Germania e Svizzera. Il tratto italiano inizia a Porto Ceresio, sul lago di Lugano, e raggiunge gli Appennini; quello finale, in Sicilia, è stato inaugurato nel 2018.

Arriva all’Arena di Verona il sentiero E5: 2900 chilometri che partono dalla costa atlantica di Ponte du Raz in Francia e attraversano Svizzera, Germania e Austria. «La parte più comunemente percorsa è quella che dal lago di Costanza raggiunge Verona per una lunghezza di 600 chilometri circa», sottolinea Scarfi. Nel tratto italiano sono previste 19 tappe con soste nei rifugi alpini.

Passa in Italia anche il sentiero E7, settemila chilometri che abbracciano Portogallo, Spagna, Andorra, Francia, Slovenia, Ungheria, Serbia e Bulgaria. Inizia nella città di Valverde, nell’isola di Hierro delle Canarie, sbarca a Lisbona, prosegue attraversando il cuore della Spagna, i Pirenei, quindi la Costa Azzurra. Ventimiglia è porta d’ingresso in Italia: dai monti liguri raggiunge Piacenza, seguendo gli argini del Po arriva al parco dell’Adda, nel Bergamasco e nel Bresciano, poi sul lago di Garda, giunge sul Monte Grappa e Vittorio Veneto tra scenari simbolo della prima guerra mondiale, quindi il Friuli Venezia Giulia con la tappa finale sul Monte Matajur.

Il sentiero E10 coinvolge l’Italia con tappa a Bolzano per 106 chilometri dei 2.880 complessivi. Il tracciato inizia a Nuorgam in Findandia, attraversa Germania, Repubblica Ceca, Austria, Francia e arriva in Spagna, a Tarifa.

Il sentiero E12 è un percorso costiero affacciato sul Mediterraneo: tracciato incantevole che parte dalle antiche colonne d’Ercole, in Spagna, risale in Francia e attraversa Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Basilicata. Il tratto italiano è lungo 1.460 chilometri dei 1800 complessivi, in parte incompleti per difficoltà legate all’orografia e alla forte presenza antropica di alcune aree.

Se si opta per sentieri disegnati al di là dei confini nazionali c’è la possibilità di scoprire altri affascinanti cammini. E2 parte dalla città irlandese di Galway e procede per 4.850 chilometri che attraversano Scozia, Inghilterra, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Francia dove arriva a Nizza. E3 ha come punto di partenza un luogo simbolo del più classico dei Cammini, ovvero Santiago di Compostela, città della Galizia, nel nord ovest della Spagna. Il sentiero, lungo 6.950 chilometri, giunge a Emine, promontorio della Bulgaria sulla costa del mar Nero: tappa finale dopo la marcia in Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania.

Il sentiero europeo più lungo è senz’altro E4 con i suoi 12 mila chilometri distesi tra Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Ungheria, Serbia, Bulgaria, Grecia e Cipro. Punto di partenza Ceuta, arrivo a Larnaka. Lunghezza dimezzata nel tracciato E6 che congiunge Svezia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia e Grecia. Sono 6300 chilometri racchiusi tra Kilpisjarvi e Alexandroupolis. Il sentiero E8 è un viaggio di 4500 chilometri tra Irlanda, Inghilterra, Paesi Bassi, Germania, Austria, Slovacchia, Polonia e Bulgaria. Punto di partenza Dorsey Head, d’arrivo Rhodopen.

Costeggia il litorale europeo del nord il tracciato E9, un percorso che muove da Cabo de Sao Vicente nel Portogallo, attraversa Spagna, Francia, perfino un tratto d’Inghilterra, per proseguire in Belgio, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Lettonia, Lituania e giungere in Estonia, a Narva-Joesuu. In tutto 5.500 chilometri affacciati sull’Atlantico, sul mare del Nord e sul Baltico. Idealmente, come tutti gli altri, un viaggio inteso come esperienza aperta alle diversità secondo lo spirito della European Ramblers Association, fondata nel 1969 sull’onda di quella voglia d’Europa sancita dai trattati politici che istituirono prima la Ceca e poi la Cee. La Rete dei sentieri ne interpreta lo spirito di condivisione lungo percorsi che sono anzitutto di conoscenza e d’incontro.

© Riproduzione riservata