Le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 non arriveranno sull'altopiano di Pinè. Dopo tante indiscrezioni, la conferma è arrivata da parte del presidente del Coni, Giovanni Malagò, e del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, nell'ambito di una conferenza organizzata a Baselga di Pinè. La decisione, a quanto riferito, è dovuta in parte ai costi di riqualificazione dell'attuale Ice Rink, lievitati a una somma compresa tra i 70 e i 75 milioni di euro (le stime iniziali erano di 50,5 milioni), in parte per il parere tecnico del Comitato olimpico internazionale (Cio), che rileva l'insostenibilità dell'impianto sul lungo periodo.

«Ho difeso il masterplan originario, ma arriva un momento in cui non si può difendere l'indifendibile: tutto ciò che ed successo nel frattempo, dal Covid alla guerra, è andato contro di noi. Baselga non è una vittima, ma uno dei casi che avvengono sistematicamente nell'organizzazione di un evento internazionale come le olimpiadi», ha spiegato Malagò, di fronte agli esponenti della comunità locale. Il Comune di Baselga di Pinè otterrà comunque lo stanziamento inizialmente previsto dalla Provincia di Trento per lo stadio del ghiaccio, che verrà utilizzato per riqualificare gli impianti per le discipline invernali presenti (per 29 milioni di euro) e per opere infrastrutturali sul territorio (21,5 milioni di euro).

Malagò, che ha chiesto al Cio la possibilità di ospitare almeno una disciplina dimostrativa nell'Ice Rink di Baselga di Pinè, ha invece annunciato l'intenzione di candidare la Lombardia e il Trentino, con l'altopiano di Pinè, a ospitare le olimpiadi invernali giovanili del 2028, che non richiedono uno stadio del ghiaccio coperto.

Per quanto riguarda la nuova sede delle competizioni su ghiaccio di Milano-Cortina, Malagò non si è sbilanciato, precisando come non vi sia «nessun automatismo che, venuto meno l'impianto di Baselga di Pinè, porti il pattinaggio su pista lunga a Torino».

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