Dal Belgio arrivano accuse contro l'Uci, l'Unione Ciclistica Internazionale, sulla sicurezza dei corridori dopo la morte questa notte in ospedale di Antoine Demoitié, colpito da una moto ieri durante le classica Gent-Wevelgem.

Il quotidiano "Le Soir" ha elencato una serie di incidenti che hanno coinvolto i ciclisti negli ultimi mesi.

Il più recente risale a febbraio, quando Stig Broeckx è stato colpito da una moto a pochi km dall'arrivo della Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Il ciclista ha riportato una frattura alla clavicola, una costola incrinata oltre che una ferita alla mano.

La scorsa estate invece Greg Van Avermaet si era lamentato al termine della Clasica di San Sebastian dopo un incidente con una moto con una corsa. Anche l'irlandese Matthew Brammeier, durante la sesta tappa del Tour dello Utah, era finito contro una vettura dopo aver perso il controllo della sua bicicletta. Per non parlare del campione del mondo Peter Sagan, fatto cadere da una moto e costretto al ritiro durante la Vuelta.

In ogni caso il portavoce del Wanty-Groupe Gobert, il team in cui correva Demoitié, parlando all'Het Laatste Nieuws, ha difeso il motociclista. "Segue le corse belghe da almeno 20 anni", ha dichiarato. "È molto scosso da quello che è successo, come tutti noi. Non c'è stata una collisione ad alta velocità, è stato un incidente: voleva frenare ed è caduto su Antoine".

In serata il team Wanty-Groupe Gobert ha annunciato che non parteciperà, da domani, alla Tre Giorni di La Panne, breve corsa del calendario belga.

"L'Unione Ciclistica Internazionale è estremamente rattristata per la morte del corridore belga Antoine Demoitiè della Wanty-Groupe Gobert", ha scritto il presidente Brian Cookson, sul sito web dell'Uci . "L'Uci collaborerà con tutte le autorità competenti per indagare sulle circostanze di questo tragico incidente", sottolinea Cookson. "Antoine ci mancherà veramente. Il nostro cordogli va alla sua famiglia, agli amici e alla sua squadra".
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