Spagna e Valencia contro Gasp: "Irresponsabile, intervenga l'Uefa"
Dopo l'intervista in cui il tecnico ha ammesso di essere andato in panchina con i sintomi del Covid. Ma gli spagnoli sono esenti da colpe?La Spagna contro Gian Piero Gasperini. I sintomi da Covid avvertiti a ridosso del match di Champions dell'Atalanta a Valencia e rivelati solo a tre mesi di distanza dopo che l'allenatore, in seguito a test sierologico, ha avuto la certezza di aver sviluppato gli anticorpi a Sars-CoV2 scatenano le proteste delle autorità locali e dello stesso Valencia.
Il club spagnolo invita la Uefa a "prendere provvedimenti drastici per il comportamento poco responsabile" del tecnico orobico.
"Gasperini era consapevole come minimo di avere sintomi a quanto pare compatibili con il coronavirus senza però adottare misure preventive, mettendo in pericolo, se fosse stato effettivamente malato, numerose persone durante il viaggio e la permanenza a Valencia", scrive sul suo sito il Valencia.
"Una polemica offensiva, brutta - si difende Gasperini -, quando sono partito per Valencia stavo bene. Poi ho rispettato tutti i protocolli, sono stato in quarantena senza mai fare il tampone e quando ho fatto il test sierologico ho scoperto di aver avuto il Covid. E ho pensato subito a quel periodo in cui non stavo bene".
La Uefa per il momento non commenta, ma gli spagnoli hanno diritto a protestare?
Il governo iberico ha a lungo sottovalutato l'epidemia. Dello sbarco atalantino a Valencia si ricorda il Papu Gomez che sbotta contro i giornalisti spagnoli ("Buffoni!") che lo prendono d'assalto in spregio a tutte le norme sul distanziamento. Si ricorda la folle iniziativa dei tifosi spagnoli che si ritrovano a migliaia, tutti assembrati, per le strade intorno allo stadio per accogliere il pullman della squadra e spingerla verso un'impresa che non sarà compiuta. Inoltre, già il 16 marzo - troppo presto per essere contagiati, accusare i sintomi e ottenere i risultati dei tamponi - una decina tra giocatori e staff del Valencia risulta positivo al Covid-19.
La bomba biologica, al contrario, potrebbe essere il match d'andata, come pensano in molti. E' il 19 febbraio, la vigilia del "paziente 1" di Codogno, quando 45mila spettatori sono assiepati a San Siro per assistere ad Atalanta-Valencia. Il virus non si è ancora manifestato, ma circola in maniera subdola - ormai lo sappiamo - già da settimane. E probabilmente è stata quella partita che ha contagiato diversi tifosi del Valencia e permesso al Covid-19 di diffondersi in maniera così drammatica nella Bergamasca.
(Unioneonline/L)