Nel dopo gara del Tardini Claudio Ranieri parla con gli argomenti di chi sa che ora viene il bello. «Abbiamo fatto una grande impresa, ma non abbiamo fatto nulla», ha detto. «E’ giusto festeggiare ma adesso siamo in finale, con un’altra grande squadra da affrontare». Analizza subito la partita: «Volevamo attaccarli, pressandoli come nella gara d’andata. Non ce l’abbiamo fatta perché è una grande squadra. Non dovevamo scoprirci. C’era molto da correre sugli esterni e da ballare, ho visto Kourfalidis stanco, nonostante avesse fatto bene. Così ho messo Di Pardo e avanzato Nandez. I loro trequartisti hanno fatto poco non per colpa loro per merito dei miei. Non c’è stata mai un’imbucata pulita».

L’elogio della squadra è assoluto e anche del pubblico, che è andato a salutare a fine match: «Nonostante la forza dell’avversario e la qualità dei cambi, devo ribadire che il Cagliari ha cuore, è un gruppo sano e volitivo. L’abbiamo visto nell’ultimo quarto d’ora. Come gruppo è ai primissimi posti tra le squadre che ho allenato nella mia carriera, sono arrivato che non gli riusciva nulla e invece piano piano siamo andati avanti. Ora speriamo di raccogliere i frutti: per me essere l’allenatore del Cagliari è come quando ero alla Roma: qui c’è il mio cuore».

Lapadula? «Sta bene, a prescindere dalla pallonata. Ha preso una botta alla caviglia e ho preferito mettere Prelec».

Ultima parola sul Bari: «Faremo di tutto per vincere: giovedì e domenica ci sarà da correre e da lottare. E se avessimo avuto lo stadio, anche noi l’avremmo riempito con 50 mila tifosi». 

Gli avversari

Deluso Fabio Pecchia, tecnico del Parma: «La mia squadra non si è mai snaturata», dice. «Ha passato il turno la squadra migliore? Noi abbiamo fatto 180’ minuti, conducendo il gioco. E’ passato il Cagliari, onore al Cagliari». Polemico sull’arbitraggio: «Chiedetelo a Ranieri, visto che lui è esperto di arbitri».

© Riproduzione riservata