Nella strepitosa vittoria di ieri del Cagliari sul Lecce, con la rimonta da 0-1 a 4-1, molto hanno influito le scelte di Davide Nicola. Che oggi, all’indomani del determinante successo nello scontro salvezza, non vuole però prendersi la responsabilità del trionfo. «Una partita non è mai solo l’applicazione meccanica di quanto preparato in settimana», è il messaggio che manda dal suo account LinkedIn. «Richiede un apprendimento continuo, minuto dopo minuto, basato sulle dinamiche reali che si sviluppano sul campo. La mappa non è il territorio. Nel calcio, come in molti aspetti della vita, il successo dipende dalla capacità di adattarsi».

Ieri sono state fondamentali le tre sostituzioni in contemporanea al 54', con l'ingresso di Deiola (assist per l'1-1), Gaetano (gol del pareggio) e Marin (assist per il 2-1 e il 4-1). Oltre a quello di Augello, che ha fornito il cross per il 3-1 di Zortea. Ma Nicola non ritiene che la vittoria sia arrivata per questo: «Parlare di “cambi azzeccati” rischia di ridurre un lavoro collettivo a una visione semplificata», sottolinea il tecnico.

Ieri, Nicola ha segnalato più volte come il Cagliari abbia bisogno di 18-20 giocatori. E spiega perché: «Ogni elemento della squadra, indipendentemente dal minuto in cui scende in campo, è determinante per il risultato finale. Chi inizia dal primo minuto affronta la sfida in tempo reale, adattando strategia e tattica con rapidità. Chi subentra, invece, ha il vantaggio di osservare dalla panchina, analizzando gli sviluppi prima di entrare».

Per Nicola, la vera forza è «una mentalità condivisa e un sistema che consente a tutti di essere pronti e incisivi». E proprio sull'atteggiamento si è soffermato ieri tra primo e secondo tempo, come ha rivelato Sebastiano Luperto (uno dei marcatori) nel post partita. Con i risultati che si sono visti nella ripresa, con una rimonta che ha portato il Cagliari non solo fuori dalla zona retrocessione, ma dal terzultimo al tredicesimo posto.

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