Davide Nicola resta sulla panchina della Salernitana.

Il club ci ha ripensato dopo l’esonero comunicato lunedì, in seguito alla pesantissima sconfitta per 8-2 sul campo dell’Atalanta.

I campani per sostituirlo avevano pensato, tra gli altri, anche agli ex rossoblù Semplici e Mazzarri. Oggi è arrivato il passo indietro, la decisione della dirigenza aveva scatenato molte critiche: d’altronde Nicola è l’allenatore che l’anno scorso ha compiuto un vero e proprio miracolo prendendo una squadra allo sbando e conducendola ad un’insperata salvezza. E anche quest’anno, al netto dell’umiliazione di Bergamo, sta facendo una stagione perfettamente in linea con gli obiettivi: la Salernitana ha otto punti di vantaggio sulla zona retrocessione.

«Vi racconto la verità. Ho ricevuto una telefonata dal Presidente Iervolino che con i suoi modi, sempre amabili e gentili, mi ha spiegato le ragioni della sua decisione che ha preso con amarezza ma che doveva segnare la discontinuità dopo la bruttissima partita a Bergamo contro l'Atalanta», ha detto Nicola.

«Ho fatto subito mea culpa, assumendomi tutte le responsabilità di una prestazione non adeguata e della conseguente pesante sconfitta. Perché credo in questa squadra così come negli uomini che la compongono, così come credo nella grande Società che ha alle spalle. Ho chiesto con tutte le mie forze al Presidente di rivedere il provvedimento di esonero, sapendo di toccare le corde di un animo umano che ha profonda sensibilità per capire e vuole fortemente costruire un calcio diverso. Perché amo Salerno e credo ciecamente in questo progetto», così l’allenatore ricostruisce la vicenda, ricordando che il Presidente è stato «il principale artefice della salvezza della passata stagione».

Ancora: «Questi sono gli uomini a cui non voglio rinunciare, ringrazio il Presidente e voglio ripagare la sua fiducia con tutte le forze e la passione che ho. Ora ripartiamo insieme, tutti, e raccontiamo un'altra straordinaria storia di calcio, restituendo alla tifoseria granata la stessa passione e lo stesso senso di appartenenza che ci dimostra incondizionatamente. Questa è Salerno, questa è la Salernitana: molto più di una squadra di calcio».

(Unioneonline/L)

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