Joao, sciabola e magie: capocannoniere del Cagliari con 5 gol
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Da esubero a uomo in più. Joao Pedro Geraldino dos Santos Galvao si è ripreso il Cagliari a suon di gol. A Bologna ha lasciato il segno per la quinta volta in questo campionato, dopo le reti con Milan, Spal, Genoa e Udinese (oltre a quella nella gara di coppa col Palermo), confermandosi cannoniere dei rossoblù.
PER QUALCHE METRO IN PIÙ - "Gli attaccanti non segnano? E Joao?". Diego Lopez ha risposto così alla domanda sulla crisi del gol degli attaccanti del Cagliari. Messo in un cassetto l'amato ruolo di trequartista, il numero 10 di Ipatinga è stato posizionato stabilmente al fianco di Pavoletti, qualche metro più avanti, presenza costante nell'area di rigore avversaria.
E al Dall'Ara ha fatto ancora male. Prima una zampata in avvio, su cross di Padoin, con palla di poco fuori. Poi l'assist di Faragò, il controllo volante e il diagonale chirurgico a superare Mirante.
SCIABOLA E FIORETTO - Lopez lo ha spedito lì davanti e JP10 non vuol fallire la missione. Appoggio costante per Pavoletti, ma anche primo schermo sul regista avversario. Dopo Balic e Vecino, Joao è andato a oscurare Pulgar, spesso e volentieri isolato dai compagni. Primo difensore in fase di non possesso, quasi sesto centrocampista.
Salvo poi provare a far esplodere la sua tecnica. A Bologna ha perso più palloni di tutti (dieci), dato che dimostra anche che il brasiliano ha osato anche qualcosa di più nelle situazioni offensive, segnale di ritrovato coraggio. Settantatré minuti, prima del cambio con Dessena.
RITORNO AL PASSATO - Qualche metro in più rispetto a prima, quasi un ritorno a quel ruolo di attaccante puro rivestito agli esordi. Più vicino alla porta avversaria, per sfruttare il fiuto del gol. A Cagliari, dove è arrivato nell'estate del 2014, è arrivato in cifra tonda, con la trentesima rete in 103 gare di campionato.
Ma sabato, contro la Samp, Lopez potrebbe chiedergli il sacrificio di fare due passi indietro.