Nella lunga linea grigia che rappresenta la stagione del Cagliari 2021-2022, uno dei pochi bagliori arriva da Giorgio Altare. Era il brutto anatroccolo della compagnia, arrivato dopo un'annata da protagonista con l'Olbia in Serie C, destinato a fare l'ultima riserva della difesa e poi, a gennaio, fare le valigie per una mezza stagione d'apprendistato tra i cadetti. E invece il corazziere bergamasco è diventato uno dei protagonisti a sorpresa del campionato, con la bellezza di 19 presenze e un gol che, a Salerno, aveva allungato le speranze di salvezza della pattuglia rossoblù, fino al definitivo naufragio nella laguna veneziana.

Mi manda Canzi

L'ormai ex tecnico dell'Olbia era pronto a scommetterci. Ad Aritzo, dopo la consueta amichevole tra cugini, Canzi non aveva avuto dubbi: «È un grandissimo lavoratore con ampi margini di miglioramento. Potrà ritagliarsi il suo spazio». Parole che sembravano disperdersi nel viaggio di rientro, perché Altare sembrava non convincere troppo Semplici prima (tre panchine su tre) e Mazzarri poi, che gli aveva regalato l'esordio in A nel finale della gara col Venezia. E proprio un'uscita maldestra di Altare aveva regalato ai lagunari il gol dell'1-1 nel recupero. Quei cinque minuti sembravano essere la pietra tombale delle speranze del difensore, cresciuto nelle giovanili del Milan e arrivato in Sardegna nell'intreccio tra Cagliari e Genoa, come contropartita del Grifone per poter liberare Maran, ancora sotto contratto col presidente Giulini. Che in Altare ha creduto subito, mandandolo prima a Olbia e poi riportandolo a Cagliari.

La svolta

Com'è triste il Venezia, poteva pensare Altare. Mai più utilizzato da Mazzarri per tutto il girone d'andata e pronto a partire in B nel mercato di gennaio. Ma nella prima partita del 2022, dopo la pausa natalizia, il Cagliari, ultimo della classe con soli 10 punti, si presenta al “Ferraris”, contro la Sampdoria, in piena emergenza: Caceres e Godin epurati, Ceppitelli ai box, come il lungodegente Walukiewicz, e il nuovo arrivato Goldaniga subito positivo al Covid. Mazzarri pensa all'impiego di Faragò come terzo centrale, poi decide di affidarsi a un terzetto inedito, con Carboni, il neoacquisto Lovato e, a sorpresa, proprio Altare. Che, a tre mesi dal patatrac col Venezia, si prende il Cagliari. Perché da quel pomeriggio, l'ex difensore Olbia non esce più, saltando soltanto la gara con l'Atalanta per Covid.

Futuro

Ma l'exploit di Altare non è bastato. Soprattutto non è bastata quella testata vincente contro la Salernitana all'Arechi, la prima della gestione-lampo di Agostini: minuto 99, il Cagliari è praticamente in B e Altare lo riprende per i capelli segnando la sua prima rete in A, festeggiata tra rabbia e lacrime di gioia. Per quello che poteva essere e non è stato, perché i rossoblù sono comunque precipitati in B. E proprio lui, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2026, potrebbe essere uno dei punti fermi per la prossima stagione tra i cadetti. In una difesa che perderà diversi pezzi (Ceppitelli e Lovato su tutti), il classe '98 è pronto a ripartire. A tre o a quattro poco importa. Conterà solo dimenticare una stagione da incubo e riportare il Cagliari in A.

Alberto Masu

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