Unico candidato - come già nel 2019 - Gianni Infantino si appresta a succedere a se stesso alla guida della Fifa. I 211 delegati delle federazioni affiliate, riuniti a Kigali (Ruanda) per il 73° Congresso della Federcalcio mondiale, domani non potranno che rieleggere per acclamazione per altri quattro anni l'avvocato italo-svizzero, 52enne, in sella dal 2016, quando le accuse di corruzione mosse l'anno prima a Seppe Blatter e Michel Platini gli spianarono la strada. E se lo statuto Fifa prevede ormai un tetto di tre mandati, Infantino ha già seminato per restare fino al 2031, dichiarando a metà dicembre di essere "ancora al suo primo", poiché quello del periodo 2016-2019 non conta in quanto incompleto.

Sul regno di Infantino, tra boom di ricavi, Mondiale allargato a 48 nazioni, contributi a pioggia, non tramonta insomma mai il sole. Anche a dispetto delle polemiche che, con l'edizione della Coppa del Mondo in Qatar, hanno rischiato di travolgere la fama della Fifa e del calcio intero. Ma Infantino ha resistito a tutte le critiche, comprese quelle personali. Non gli mancherà il tempo per portare a compimento i molteplici progetti che ha i testa. "Ripristinare l'immagine della Fifa" e "rendere il calcio veramente globale" sono frasi che ripete spesso, atteggiandosi a garante dell'integrità nel calcio.

Segretario generale della Uefa tra il 2009 e il 2016, poliglotta (parla sei lingue), moglie libanese e 5 figli, all'occorrenza indossa le vesti del tribuno. Come quando, in risposta alle critiche sulle violazioni dei diritti umani durante il mondiale in Qatar, disse di sentirsi "arabo, africano, gay, disabile, come un lavoratore migrante", perché "discriminato" da bambino italiano nel Vallese svizzero. In termini di governance, l'ultimo suo mandato è stato caratterizzato da una vasta riforma dei trasferimenti - creazione di una licenza di agente, limitazione delle commissioni -, dall'istituzione del congedo di maternità per i giocatori professionisti, nonché da regole più severe nella procedura disciplinare per le vittime di violenza sessuale.

Quanto al bilancio finanziario, le casse della Fifa non sono mai state così piene: +18% di entrate e +45% delle riserve nel quadriennio 2019-'22 rispetto al precedente. Quindi più denaro da distribuire come sussidi a confederazioni e federazioni. La Fifa dà a Trinidad e Tobago, Saint-Kitts-and-Nevis, Bermuda e Papua-Nuova Guinea lo stesso ammontare che al Brasile e ognuna di queste federazioni ha un voto in Congresso. Infantino sottolinea volentieri la propria immagine di integrità, in contrasto con l'era Blatter, ma dal 2020 ha dovuto affrontare l'attenzione della magistratura svizzera in alcuni procedimenti alcuni dei quali archiviati, mentre altri sono ancora aperti. Incurante dei detrattori, Infantino intanto porta avanti i suoi programmi. Travolto dalle proteste, ha dovuto accantonare il progetto del Mondiale ogni due anni, ma è riuscito ad aumentare il numero delle squadre da 32 a 48 - non dal 2022 come avrebbe voluto, ma nell'edizione 2026 ospitata tra Stati Uniti, Messico e Canada - ed a sostenere la crescita del calcio femminile. E' invece rimasto a lungo nel limbo il progetto del Mondiale per club a 24 squadre, inizialmente previsto nel 2021. Lo scorso dicembre ha annunciato di programmare un'edizione quadriennale con 32 squadre a partire dall'estate 2025. 

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