Uno zero a zero senza reti alla Unipol Domus tra Cagliari e Frosinone. Ecco chi sale e chi scende tra i rossoblù. 

Chi sale. Più che salire, Alberto Dossena ha trovato casa in alta quota, ormai. In assoluto il simbolo del Cagliari di Ranieri insieme al trequartista Mancosu e al capocannoniere Lapadula. Guida la difesa con autorità e serenità allo stesso tempo e risolve in prima persona le situazioni più rognose. Disarmante, a volte, la facilità con la quale punta l’uomo e gli strappa via il pallone (anche quando parte con qualche metro di ritardo). Sempre sul pezzo ieri contro il Frosinone, due interventi in particolare si sono rivelati provvidenziali nel finale. Fondamentale, a dir poco. E pensare che con Liverani aveva giocato in tutto 39 minuti, di cui 7 col Modena, 4 a Benevento, 1 contro il Südtirol e 27 col Palermo. Un intero girone d’andata sprecato, insomma. Per lui e per il Cagliari.

Chi scende. Calcia in porta di rado, ma lotta su ogni pallone, si porta dietro almeno due difensori alla volta (creando così spazi vitali per Lapadula) ed è propedeutico al reparto. L’uomo in più poi in fase difensiva. A Pisa era stato addirittura uno dei migliori per intensità e incisività, contro il Frosinone, però, Nik Prelec è stato escluso dall’undici iniziale per far posto a Falco e all’alberello di Natale. E quando poi si è ritrovato in campo dopo appena mezz’ora di gioco - complice l’infortunio di Mancosu - ha faticato a entrare in partita. Sempre più lontano dalla porta, avrebbe potuto indubbiamente gestire meglio certe situazioni e anche nei contrasti è apparso molle, fuori giri.

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