Tredici minuti più recupero per provare a essere decisivo, nella sua presenza numero 200 col Cagliari: Leonardo Pavoletti c’è andato vicinissimo, ma la sua deviazione ravvicinata è stata parata – ancora una volta – da Carnesecchi. «Mi volevo anche scansare sulla palla di Luperto, invece mi è arrivata addosso ed è finita sul portiere», dice il capitano. «Quest’anno ancora una palla pulita come l’anno scorso non mi è capitata, però lavoro e la mia speranza è che quando entro posso dare un contributo che con i gol si riesce a dare concretamente. Però buon segno: vuol dire che mi sto muovendo bene e capisco dove va a finire il pallone. Ci credo, prima o poi tornerà il gol al 90’».

Sulla partita, Pavoletti ha grande rammarico: «Dispiace, fa anche sorridere non aver portato via un punto: negli spogliatoi ci si guardava e non ci credevamo. Ma il calcio è così: con le grandi se non fai gol rischi di prenderlo, come è avvenuto. Dobbiamo segnare di più e lavorare ancora meglio sulle scelte finali, perché siamo sempre lì e creiamo ma portiamo poco a casa. Non deve essere un tormento, ma quella voglia positiva che ti porta a fare gol».

Per otto giornate su sedici, la metà, il Cagliari non ha segnato. «I dati non mentono – afferma Pavoletti – però credo che invece di farcene una colpa e creare una mentalità negativa mi piace pensare che abbiamo fatto un passo avanti dagli altri anni, dove facevi il castello davanti alla nostra porta e se si faceva un gol bene. Abbiamo fatto uno step avanti di mentalità e abbiamo carattere, affrontiamo la partita con coraggio senza aspettare l’avversario. Questo è un passo importante, che alla lunga porterà tanti gol: dobbiamo limare questo dettaglio».

Fra otto giorni il Cagliari avrà uno scontro diretto fondamentale a Venezia, ma Pavoletti ha un altro pensiero: «Prima la Coppa Italia, ci crediamo e vogliamo passare il turno. Poi andremo a Venezia col coltello fra i denti, per dimostrare ancora che anche fuori casa e non solo con le big riusciamo ad avere questa mentalità. Proveremo a vincere, sarebbe una vittoria importantissima e lo sappiamo tutti». E sulle presenze: «Quando sono arrivato era impensabile arrivare a 200, ora sono contenti tutti quando mi vedono e credo di aver fatto qualcosa di buono».

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