A Cagliari da 55 anni, di cui 13 in campo con la maglia del Cagliari. Uno scudetto vinto, una promozione in Serie A centrata al crepuscolo di una carriera che già a Firenze, con la Viola, prometteva più che bene. Segni particolari: veneziano. Ma Mario Brugnera se n’era quasi dimenticato.

«Dopo tutto questo tempo credo davvero di essere cagliaritano», dice. «Qui sono nati i miei figli e i miei nipoti e poi gran parte della carriera da giocatore e lo scudetto mi hanno legato in modo indissolubile a questa terra».

Domanda superflua, che gli è stata posta pure da un gruppo di amici ed ex compagni con cui si ritrova la mattina a Sant’Elia: per chi farà il tifo domani tra Cagliari e Venezia? «È ovvio, per il mio Cagliari. A Venezia c’è ancora mia sorella, che però non segue il calcio. È ormai il mio unico legame con la città in cui sono nato. Ma la maglia del Cagliari ce l’ho sulla pelle, credo di essere al di sopra di ogni sospetto».

Mario Brugnera domani non sarà alla Domus: «Il cuore, quando vedo il campo, inizia a battere troppo forte. Vedrò la partita a casa. Sono certo che alla fine passerà il Cagliari: il morale di tutto l’ambiente è a mille, almeno da quando è tornato Ranieri. E poi lo stadio sarà una bolgia. Andranno mia figlia con i miei nipoti».

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