Quella di domenica non sarà una partita come le altre. Lui, Marco Borriello, bomber giramondo, una maglia in ogni porto, è nato a San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli. Ma il suo cuore, la sua vita e non solo, hanno la residenza a Milano. E domenica farà di tutto per essere in campo, nonostante la botta alla caviglia sinistra che ieri lo ha tenuto a riposo precauzionale.

ANIMA ROSSONERA Borriello lo ricordò subito, nel giorno del suo arrivo a Cagliari: «Sono cresciuto nello spogliatoio del Milan, ho visto da vicino gente come Costacurta e Seedorf, Maldini e Ambrosini. Sono loro i campioni cui mi ispiro». Il giovane Marco lasciò Napoli a soli 14 anni, trasferendosi in Emilia. Dove fu scoperto da Franco Baresi, che se lo portò a Lambrate, dove giocavano gli Allievi nazionali. Le prime strisce rossonere nascono qui, nel settore giovanile del Milan. Poi le prime chiamate con la prima squadra, l'esordio in Serie A (il 19 settembre 2002 contro il Perugia) e in Champions (a Lens, il 29 ottobre dello stesso anno). Il ragazzino gira l'Italia. Il club rossonero mantiene la proprietà del cartellino ma mostra sempre scarsa fiducia. Fino al 2007, quando Borriello viene ceduto ancora in prestito, al Genoa. Lo vuole Stefano Capozucca, il suo angelo custode, il ds che lo richiama ogni volta che può. A Genova, il bomber fa il botto, 19 reti in 35 partite. Abbastanza per convincere il Milan che quel ragazzino scovato da Baresi a Lugo di Romagna può meritarsi finalmente la maglia rossonera.

ODIO E AMORE Tra Borriello e il Milan, però, l'amore non sboccia. Al rientro da Genova, una sola rete in sette partite. Poi, finalmente, ecco che anche col rossonero addosso il bomber trova il Paradiso, nel 2009-10, con 14 gol in campionato. Poteva essere l'inizio di un grande amore e invece era solo un calesse. Perché a Milanello sbarca Zlatan Ibrahimovic e lui esce di scena. Ma il cuore no, quello resta a Milano, la sua città, con i suoi rifugi e gli amici di sempre.

IL RITORNO DEL BOMBER Domenica sarà in prima fila, a San Siro, a guidare il Cagliari. Rivedrà gli amici e quello stadio che non è riuscito a conquistare. I soliti fastidi alla caviglia, ma per Borriello l'appuntamento è di quelli da non perdere. Le vacanze in Brasile lo hanno aiutato a ricaricare le pile e a scacciare i fantasmi. Con i rossoblù ha un anno di contratto con opzione per il secondo, c'è una scommessa da vincere con Vieri e soprattutto con se stesso. «Devo arrivare in doppia cifra, un attaccante che gioca in una squadra che vuole salvarsi deve segnare», ha ribadito spesso. E domenica vuole farlo contro il "suo" Milan. Sugli undici "scontri" diretti, ha segnato solo una volta, a San Siro con la maglia della Roma, era il 18 dicembre del 2010. Gol decisivo, quello dell'1-0. Una delle sue tre vittorie. Rieccolo all'orizzonte, il Milan. E Borriello è pronto a vender l'anima al Diavolo per esserci e lasciare il suo personale regalo: un gol e la vittoria col Cagliari.
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