Ha esordito in Serie A nel 2019 a Ferrara contro la Spal subentrando a Jankto, proprio lui, e l’allenatore di quella Sampdoria, dove poi ha giocato per quattro anni, era Ranieri.

Da Genova a Cagliari, il cerchio si chiude per Tommaso Augello, voluto fortemente dal club rossoblù e in particolare dal tecnico di Testaccio che lo ha lanciato nel grande palcoscenico dopo una lunga gavetta, iniziata in Serie D.

«Il fatto che mi volesse il mister è motivo d’orgoglio», ammette il ventottenne terzino sinistro milanese, uno dei volti nuovi del Cagliari, nella sua prima conferenza stampa a Châtillon. «Se sono il giocatore che sono, lo devo a lui. Ha creduto da subito in me e mi ha aiutato a crescere. Lo stimo tantissimo, anche dal punto di vista umano».

Schietto, carico, Augello vuole sollevare l’asticella e non usa giri di parole: «Vengo da una stagione molto difficile. Dopo la retrocessione con la Samp, il Cagliari può rappresentare una svolta per la mia carriera». Non sente la pressione vista l’esperienza, tutt’altro. «Ho l’esperienza giusta», puntualizza, «per affrontare una grande sfida. E sento di potermi accollare questa responsabilità».

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