Il Cagliari è stato l’ultima tappa di una grandissima carriera ricca di momenti indimenticabili, ma ha lo stesso lasciato un segno indelebile nei ricordi di Gianfranco Zola. Ospite al “Festival dello Sport” a Trento, Magic Box ha ripercorso una storia eccezionale, quella che lo ha portato da Oliena e dai campi in terra battuta della provincia di Nuoro sino ai vertici del calcio mondiale.

Una Serie A col Napoli di Maradona nel 1990, una Coppa Uefa col Parma in una finale tutta italiana con la Juventus e una Coppa delle Coppe col Chelsea, dove fu lui a segnare l'unico gol nell'ultimo atto con lo Stoccarda: sono alcuni dei trofei conquistati da Zola, che ha anche giocato Europei e Mondiali. Ma, nel suo ricordo sul palco a Trento, il pensiero va agli ultimi due anni in campo, dal 2003 al 2005 col Cagliari: «Se devo essere sincero, se devo dire un campionato e un momento in cui sono stato veramente fiero e orgoglioso di me io dico l'anno della Serie B», la sua rivelazione visibilmente commosso ed emozionato. «È stato un anno che non cambierei con niente, perché andare a Tempio a giocare con lo stadio pieno e la gente contenta mi fa emozionare solo al mio pensiero. Non è stato per la mia professione: è stato per l'anima, ho scelto col cuore ed è una scelta che non ho mai rimpianto».

Per Zola, l'identità sarda gli ha permesso di avere quella marcia in più in carriera: «La Sardegna è sempre stata presente in me, l'identità dev'essere forte per aiutarti a navigare in acque difficili. Crescere a Oliena, un piccolo paese di 7.000 abitanti, mi ha dato un'identità forte e valori che mi hanno aiutato ad affrontare momenti duri».

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