Pechino, via libera del Tas: la pattinatrice russa Valieva può gareggiare
Il Tribunale di arbitrato dello sport ha respinto la richiesta di reintrodurre lo stop per una violazione dell’antidoping
Kamila Valieva può gareggiare.
Il Tribunale di arbitrato dello sport (Tas) ha autorizzato la 15enne pattinatrice russa a continuare a partecipare alle Olimpiadi invernali di Pechino nonostante un test positivo all'antidoping.
La Corte ha respinto gli appelli del Comitato olimpico internazionale, dell'Agenzia mondiale antidoping e dell'Unione internazionale di pattinaggio per il ripristino della sua sospensione, permettendo alla giovanissima atleta di gareggiare nel concorso individuale che si aprirà domani e dove è favoritissima.
In una breve conferenza stampa, Matthieu Reeb, direttore generale del Tas, ha letto il responso del Tribunale basato "su circostanze eccezionali" strutturate su tre ordini di considerazione: l'età di Valieva, che avendo meno di 16 anni è una “persona protetta" secondo il codice internazionale; il “danno irreparabile”, legato alla sospensione, tra integrità e regolarità delle gare; infine, lo stop alla pattinatrice maturato durante i Giochi, senza che all'atleta potesse essere fornita l'opportunità di difesa.
IL VERDETTO – Il collegio costituito ad hoc per il caso, presieduto dall'italiano Fabio Iudica, avvocato e docente di diritto sportivo, si è espresso solo sul provvedimento di sospensione e non incide sull'eventualità di una squalifica futura che potrà essere decisa dalla Wada (l'antidoping mondiale) anche in forma retroattiva. Non è stato giudicato il concorso a squadre vinto il 7 febbraio dalla Russia grazie a Valieva, autrice per la prima volta ai Giochi di un salto quadruplo. I risultati delle gare potrebbero essere riscritti anche tra molti mesi.
IL CASO – Il polverone sul diamante del pattinaggio russo si è sollevato quando l’International Testing Agency, l'agenzia indipendente che gestisce l'antidoping a Pechino 2022, ha confermato che Valieva è risultata positiva il 25 dicembre 2021, durante i campionati nazionali russi di San Pietroburgo dove vinse l'oro, alla trimetadizina, un farmaco vietato che è usato contro i disturbi cardiaci.
Il Cio aveva dunque deciso di impugnare la riammissione dell’atleta e chiesto l’immediata sospensione e la squalifica.
(Unioneonline/D)