Era il 9 luglio del 1964 quando a Cremona nasceva Gianluca Vialli, scomparso a 58 anni il 6 gennaio scorso per un cancro.

L'ex attaccante, tra i migliori centravanti degli anni ‘80 e ‘90 ed eroe della Samp degli anni d'oro, esordì con la Cremonese del suo cuore (nel 1984 ha contribuito al ritorno dei grigiorossi in Serie A dopo oltre mezzo secolo di assenza), è stato campione con la maglia della Juventus, infine in campo e in panchina con il Chelsea dove, anche in veste di player-coach, ha riportato i londinesi ad alti livelli dopo decenni di anonimato.

Vialli ai tempi della Samp (Ansa)
Vialli ai tempi della Samp (Ansa)
Vialli ai tempi della Samp (Ansa)

Tra il 1985 e il 1992 ha totalizzato 59 presenze e 16 reti nella nazionale italiana, prendendo parte a due mondiali (Messico 1986 e Italia 1990) e un europeo (Germania Ovest 1988). Più volte candidato al Pallone d'oro, si è classificato 7º nelle edizioni 1988 e 1991. Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

Al Chelsea (Ansa)
Al Chelsea (Ansa)
Al Chelsea (Ansa)

A gennaio 2023 è morto per il tumore al pancreas che lo aveva colpito nel 2017. Si è spento in una clinica londinese, dove era stato ricoverato pochi giorni prima di Natale per l'aggravarsi delle sue condizioni: che la situazione stesse precipitando lo aveva fatto intuire anche l'addio alla Nazionale il 14 dicembre, quell'Italia a cui aveva fatto ritorno per riunirsi all'amico di una vita, Roberto Mancini: loro, i gemelli del gol in blucerchiato, di nuovo insieme nell'europeo vinto a Wembley nel 2021.

Nel 2003 ha sposato in gran segreto Cathryn, da cui ha avuto le figlie Sofia e Olivia che diceva avrebbe tanto voluto portare all'altare. «Io ho paura di morire - aveva confidato - Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall'altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire. Mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita». Vialli era così, un "ragazzo italiano", per usare le parole del ricordo di Gianfranco Zola, suo compagno di squadra al Chelsea dal 1996 al 1999: un gentiluomo, dai modi garbati, ironico e affabile. 

(Unioneonline/D)

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