Una carriera nata per caso. Il campione olimpico Lorenzo Patta ha 21 anni, è oristanese con solide radici a Samugheo e, nella vita, ha conseguito la maturità scientifica. Ha una fidanzata, Mara, e una sorella, Alessia. Il padre Mario, sottufficiale dell’Aeronautica, gli ha trasmesso la passione per il pallone, per la Roma e per Francesco Totti. Con la madre, Serena, ha sempre sostenuto le sue scelte. E’ un ragazzo senza grilli per la testa, Lorenzo. Tre anni fa, improvvisamente, da giovane aspirante calciatore, dopo le esperienze con il Sacro Cuore di Oristano e con il La Palma di Cagliari, ha iniziato a praticare atletica da agonista. Quest’estate a Tokyo è arrivata la medaglia d’oro nella 4x100 e, con essa, la fama.

La sua storia in pista è recente. Patta fa il suo esordio ufficiale nelle gare scolastiche il 30 aprile 2016 a Sassari sui 100 dove realizza senza allenarsi 11”23. Un mese dopo, il 31 maggio, conquista l’argento ai Tricolori studenteschi allo stadio dei Marmi di Roma con 11”16. Ed è primo di una lunga serie di miglioramenti che gli hanno permesso di volare alle Olimpiadi di Tokyo. Nel 2017 vince il titolo Allievi sui 200 con 21”45 e fa tempi ragguardevoli come 15”95 sui 150, 35”44 sui 300 e 49”24 sui 400. Da quel momento la scelta di dedicarsi solo alla corsa, seguito come un’ombra da Francesco Garau. E, come d’incanto, la sua crescita diventa inarrestabile: nel 2018, al primo anno Juniores, arriva la doppietta agli Italiani di categoria sui 100 e 200, distanza dove ai Mondiali di Tampere Under 20 fa 21”09. Il 2019 si chiude con l’entusiasmo per l’argento nella 4x100 agli Eurojunior di Boras e il 10”43 sui 100. Personale abbassato ulteriormente nel 2020 dove, passato alle Fiamme Gialle, con 10”31 vince a Grosseto il titolo tra le Promesse al suo esordio. Il 2021 è l’anno della consacrazione: al Meeting di Savona il 13 maggio Patta realizza prima 10”18 poi 10”13, nello stesso giorno del record italiano sui 100 di Marcell Jacobs con cui, assieme a Filippo Tortu e Fausto Desalu, quasi tre mesi dopo, avrebbe scritto una pagina incancellabile nella staffetta.

A Tokyo può dire di aver toccato il cielo con un dito. Da “carneade” dello sport a certi livelli a star, di quelle che entrano nel mito e ci rimangono in eterno. Il campione olimpico, in questa intervista a L’Unione Sarda e a Unionesarda.it, ha parlato dei suoi progetti futuri e, tra l’altro, delle sue aspirazioni personali.

Patta, che cosa le è rimasto del trionfo di Tokyo?

“Ancora ho in testa le immagini di quei momenti bellissimi, le gare, la festa con tutti i compagni al villaggio, la festa arrivato in aeroporto. Sono momenti che vorrei vivere di nuovo. Oltre a tutto questo, l’esperienza di Tokyo mi ha fatto maturare parecchio, sia come atleta che come persona”.

Momenti unici di sicuro: con chi li ha condivisi?

“Con le persone che ci son sempre state e che sempre ci saranno: la mia famiglia e i miei amici, che mi hanno visto crescere o con cui sono cresciuto assieme. Spero di averli resi fieri e felici di ciò che abbiamo fatto”.

Si aspettava un’accoglienza da star, come quella che le è stata riservata al suo ritorno?

“In parte sì. Mi aspettavo che qualcuno venisse all’aeroporto di Elmas a festeggiare, ma – sono sincero - non così tante persone. Soprattutto non mi aspettavo tutto ciò che hanno creato, quindi magliette, cartelloni e altro. Li ringrazierò per sempre”.

Che effetto le fa essere riconosciuto per strada?

“Mi piace parecchio. Mi piace poter scambiare due chiacchiere con le persone che mi fermano e che mi riconoscono, oppure fare una foto. La cosa più bella è quando magari mi dicono che si sono emozionati, o addirittura che hanno pianto, vedendo la nostra gara. Mi viene la pelle d’oca ogni volta”.

E l’aver ricevuto, da Mattarella in giù, i complimenti delle più alte cariche dello Stato?

“Un altro giorno che non dimenticherò molto facilmente, è stato davvero emozionante. Sono felice di aver vissuto quei momenti insieme al mio allenatore, professor Garau: era presente anche lui”.

Che cosa le chiede la gente al bar, al market, nei locali che frequenta?

“Niente di troppo particolare, diciamo che mi fanno principalmente i complimenti. Una domanda che mi fanno molto spesso, cui però non posso rispondere purtroppo, è se Tokyo fosse una bella città: purtroppo non l’abbiamo potuta visitare”.

Fino a tre anni fa giocava a calcio. A proposito, ha conosciuto il suo idolo, Francesco Totti?

“Avrei potuto incontrarlo a Monza, ma non l’ho visto purtroppo. Ho incontrato Alex Del Piero... una grandissima persona”.

Se potesse, baratterebbe una carriera da calciatore con le emozioni che ha vissuto quest’estate?

“Assolutamente no. Credo che una medaglia d’oro Olimpica sia difficile da eguagliare con un’altra competizione sportiva o con una carriera da calciatore”.

Lorenzo Patta festeggiato da amici e sostenitori al rientro nell'Isola (Angelo Cucca) dopo la conquista dell'oro olimpico nella 4x100 il 6 agosto scorso a Tokyo (Ansa)
Lorenzo Patta festeggiato da amici e sostenitori al rientro nell'Isola (Angelo Cucca) dopo la conquista dell'oro olimpico nella 4x100 il 6 agosto scorso a Tokyo (Ansa)
Lorenzo Patta festeggiato da amici e sostenitori al rientro nell'Isola (Angelo Cucca) dopo la conquista dell'oro olimpico nella 4x100 il 6 agosto scorso a Tokyo (Ansa)

Sui social ormai spopola: riesce a seguire da solo le sue pagine?

“Sì, al momento non è impegnativo. Cerco di dare alla mia presenza sui social il giusto peso”.

È cresciuta la sua popolarità anche... tra le ragazze?

“Mah, sinceramente non lo so. Sono fuori dal… mercato da un po’ di tempo ormai (ride). Sono felicemente fidanzato da due anni, con Mara”.

Ha idea di mettere su famiglia già da giovane?

“No. Passeranno almeno un altro paio di Olimpiadi prima di iniziare a pensare a mettere su famiglia”.

Ha un hobby particolare?

“Uno in particolare no. Magari non si direbbe, ma sono un ragazzo parecchio pigro. Mi piace ascoltare musica o giocare con la Playstation”.

Ogni tanto, almeno con gli amici, gioca ancora a calcio?

“No, evito: ho sempre paura di farmi male”. 

Quindi non segna più?

“Bei tempi andati, ormai”.

Con i premi delle Olimpiadi comprerà casa?

“Non ho ancora deciso che cosa fare, vedrò più avanti. Se dovessi comprare casa, assolutamente a Oristano, o comunque in zona. E’ ancora è presto per trasferirmi altrove”.

Tornando ad argomenti più tecnici, qual è il rapporto con il resto del gruppo d’oro della 4x100?

“Fantastico! Abbiamo stretto un rapporto inevitabilmente unico dopo la medaglia. Gli altri tre, Tortu, Desalu e Jakobs, tre si conoscevano da parecchio tempo. Io mi sono intrufolato all’ultimo, ma è stato come se li conoscessi da una vita”.

Con Tortu c’è un’intesa particolare, giusto?

“Diciamo di sì. Sia perché lo conosco da più tempo che per via delle sue origini sarde. Forse è il motivo per cui ci sentiamo più uniti”.

Alla fine, manterrete la promessa di fare assieme una gara in Sardegna?

“Per quanto mi riguarda assolutamente sì. Vedremo più avanti, l’anno prossimo. Senza piste di atletica adeguate, però, purtroppo non si può correre”.

Lorenzo Patta, con\u00A0Filippo Tortu e\u00A0Fausto Desalu, medaglia d’oro nella\u00A04X100\u00A0a Tokyo 2020, durante la trasmissione televisiva ‘’Porta a Porta’’ (ANSA/FABIO FRUSTACI)
Lorenzo Patta, con\u00A0Filippo Tortu e\u00A0Fausto Desalu, medaglia d’oro nella\u00A04X100\u00A0a Tokyo 2020, durante la trasmissione televisiva ‘’Porta a Porta’’ (ANSA/FABIO FRUSTACI)
Lorenzo Patta, con Filippo Tortu e Fausto Desalu, medaglia d’oro nella 4X100 a Tokyo 2020, durante la trasmissione televisiva ‘’Porta a Porta’’ (ANSA/FABIO FRUSTACI)

Il suo successo ha stravolto le gerarchie dell’atletica nazionale: è pronto a “esplodere” definitivamente anche nei 200 metri?

“Lo spero. E’ la distanza che più preferisco e non vedo l’ora di tornare a correrla. Noi, come ogni anno, baseremo la preparazione sui 200, poi vedremo come andrà”.

Ha già parlato con il suo allenatore?

“Certo, ci sentiamo praticamente ogni giorno. Un altro paio di settimane di riposo e poi si comincia di nuovo”.

Farà la preparazione a Oristano?

“Sì. Non ho motivo di spostarmi da altre parti. L’unico, magari sarò ripetitivo, potrebbe essere la pista. Ancora tutto tace, avevano annunciato l’inizio dei lavori a settembre. Siamo arrivati a ottobre e ancora non si è mossa foglia. Io spero che capiscano veramente quanto sia importante avere una pista d’atletica a Oristano, in cui si possa tornare a fare magari qualche meeting, come quelli che si facevano un tempo. Sarebbe il mio sogno più grande”.

Quando e dove aprirà la nuova stagione?

“Ancora non lo sappiamo, è troppo presto per pensarci. Sarà più o meno nello stesso periodo dell’anno scorso, forse ai primi di maggio”.

E quando è previsto il primo meeting con la Nazionale?

“Anche in questo caso ancora non lo sappiamo. Quest’anno ci sono tanti appuntamenti importanti con la Nazionale. Due su tutti: gli Europei a Monaco di Baviera e i Mondiali a Eugene, negli Stati Uniti”.

Qual è il suo obiettivo?

“Non mi son posto un obiettivo per quest’anno, spero solamente di fare bene e di confermarmi su questi livelli”.

Descriva una sua giornata tipo.

“Niente di speciale. Mi alzo la mattina, faccio colazione e vado al campo. Torno più o meno per l’ora di pranzo e mangio. Il programma del pomeriggio varia molto spesso: a volte sono stanco per l’allenamento e quindi dormo, altre volte magari esco con i miei amici”.   

È seguito sull’alimentazione?

“Si, da una specialista che lavora a Cagliari, Claudia Abete”. 

Ora è in vacanza. Qualche strappo l’avrà pur fatto.

“Assolutamente sì, infatti ho già paura della prossima visita (Scherza). Diciamo che ho la fortuna di mangiare e non ingrassare, quindi è ottimo così”.

Quando riprenderà ad allenarsi?

“A metà ottobre, più o meno”.

Concludendo, dia un consiglio ai ragazzini che si avvicinano all’atletica.

“Nessun consiglio. Pensino a divertirsi: quando si è bambini bisogna soltanto fare quello. Poi, per fare le cose in modo serio, avranno parecchio tempo”.

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