Il Girone G di Serie D è finito quindici giorni fa, ma in casa COS si guarda già al 2024-2025. I sarrabesi-ogliastrini hanno chiuso al nono posto con 46 punti, migliore delle sarde, e puntano a crescere ancora. «Come tutti gli anni si ricomincia subito», anticipa l'allenatore Francesco Loi durante "L'Informatore Sportivo" su Radiolina, condotto da Lorenzo Piras.

«La categoria non ti permette di stare a guardare, devi già programmare la prossima stagione. Ci sarà un perfezionamento del settore giovanile, partito quest'anno, per perseguire l'obiettivo della prima squadra di portare sempre più giovani e avere un'identità sarda. Integrando con figure importanti, che permettano ai ragazzi di crescere». Il progetto della società, attesa alla terza stagione dopo il trasferimento da Muravera, è chiaro: «L'obiettivo è costruire una base e consolidare la società, a partire dal settore giovanile fino ad arrivare alla prima squadra, per far sì che un'eventuale Serie C sia sostenibile».

Con tanti sardi e giovani in rosa. «Fra Muravera e COS abbiamo mandato ogni anno un ragazzo fra i professionisti, vedi Kujabi che è sotto contratto col Frosinone e Marcello Piras che ha appena firmato col Catanzaro. Noi abbiamo la possibilità e la serenità di proseguire questo progetto, altri hanno necessità logistiche di attingere tanto da fuori».

Le difficoltà. Nel Centro-Sud dell'Isola sono poche le società che, nel 2024-2025, giocheranno dall'Eccellenza in su. «C'è un problema enorme: a Cagliari c'è il Cagliari», la valutazione di Loi. «Prima i numeri erano diversi, la passione per il calcio era diversa. Mi sorprendono i numeri di Iglesias e Carbonia, che sono un po' più spostate, poi ci sarebbe Oristano che potrebbe riuscire ad associare un territorio intero. Il calcio è fatto di cicli: adesso vanno le squadre del Centro-Nord, magari fra sette-otto anni sarà diametralmente opposto».

Loi segue la COS a 360°, di fatto da allenatore-manager. E non è il solo in Sardegna: «Ci sono due allenatori giovani che hanno fatto molto bene quest'anno, Marcello Angheleddu al Monastir e Nicola Manunza al Villasimius. Oltre a fare i tecnici in campo hanno messo bocca sulla gestione della squadra, ottenendo risultati. La figura dell'allenatore che va in campo a fare quattro schemi è superata: oggi devi occuparti della psicologia dei ragazzi, della loro situazione fisica, dei loro momenti particolari e dell'integrazione coi più grandi».

© Riproduzione riservata