Per tre anni e mezzo, dalla stagione 1980-81 alla fine del girone d'andata 1983-84, il Sant'Elena era la seconda squadra della Sardegna dopo il Cagliari. Arrivò sino alla Serie C2, conquistando un ottavo posto nel 1982, per poi ripartire dalle categorie inferiori dopo il fallimento. Ora sta tornando ai fasti di un tempo: al suo primo campionato intero in Eccellenza dopo undici anni (lo scorso fu sospeso dopo sole sei giornate) i biancoverdi sono settimi, con la zona play-off a -1. Un exploit non per caso, con la programmazione societaria iniziata quasi un anno fa per competere al meglio. E con sette punti nelle ultime tre, su tutti l'8-1 all'Asseminese, la squadra di Cristian Dessì (alla prima esperienza da allenatore in una prima squadra) si candida per giocarsela fino in fondo: “Abbiamo raggiunto la salvezza, il nostro obiettivo finale sarebbe arrivare ai playoff”, ammette il tecnico. “Lo mettiamo anche come stimolo per i giocatori, lo staff e tutta la società. Non ci nascondiamo: Se ci arriviamo bene, altrimenti non ci strappiamo i capelli. Questa stagione è fantastica, agli occhi di tutti eravamo fra le retrocesse ancor prima di iniziare. È un qualcosa di inaspettato, che nessuno credeva”.

Progetto vincente. Pur non potendo giocare né a Quartu né a Quartucciu (da novembre è a Villa San Pietro, si allena nel campo del Vecchio Borgo Sant'Elia), il Sant'Elena ha sempre tenuto un rendimento alto e in avvio era pure ai vertici dell'Eccellenza. Poi un calo fra novembre e dicembre, complici anche tanti problemi fisici: “Caboni due mesi fermo, mancava qualcuno a centrocampo, Rotaru si è rotto il crociato e Mboup operato alla mascella. È stato un periodo di emergenza e abbiamo cercato di fare quello che potevamo, ma avendo fatto molto bene all'inizio c'era un vantaggio accumulato”, segnala Dessì. Nel frattempo hanno potuto esordire tanti giovanissimi, fra cui il portiere Tirelli (2006, ex Cagliari) e l'attaccante Zuddas (2005), sfruttando anche il lavoro del proprio settore giovanile. Domenica trasferta con l'Idolo, che arriva dopo la goleada all'Asseminese, ma il tecnico vuole si mantenga la concentrazione: “Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno. L'Idolo non mollerà un pallone, non dobbiamo sbagliare l'approccio”.

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