Ci ha provato la Ferrini, è stata a tratti commovente, sempre a testa alta, ma non c’è stato nulla da fare. Ieri a Pisa, nella doppia finale scudetto, è stata battuta dal Butterfly Roma per 4-0, le romane sono campionesse d’Italia per la prima volta. Sabato la sconfitta per 3-1 che rendeva ancora più difficile la rimonta. Il Butterfly era tra le favorite sin dall’inizio del campionato, ruolo che aveva mantenuto dopo il primo posto nella prima fase, proprio davanti alla Ferrini, protagonista di un rush finale che ha bruciato tutte le avversarie. In più la Ferrini, a quarantotto ore dalla prima partita, doveva rinunciare a due giocatrici fondamentali come le sorelle Maria e Josefina Inaudi, rientrate in Argentina per un lutto familiare.

Ieri, le ragazze di Valeria Spitoni ci hanno provato a riaprire la partita. Atteggiamento aggressivo, pressing alto e Butterfly bloccato nella sua metà campo, con la difesa comunque vigile. Due corti per la Ferrini, una conclusione di Delfina Granatto, e tre parate della numero uno romana. Atteggiamento dispendioso, che lascia inevitabilmente la difesa cagaliaritana con qualche protezione in meno. Infatti il Butterfly ha le sue soliste che quando partono fanno la differenza. E negli ultimi due minuti della prima frazione, due contropiedi e due reti dell’italo argentina, e azzurra, Clara Ramon, danno il colpo di grazia alla Ferrini.

Nel secondo quarto ci pensa Giorgia Piras a evitare guai peggiori, confermandosi portiere meritevole di ogni attenzione. Dopo il riposo c’è una fiammata di Delfina Granatto, ma è la sorella e avversaria Victoria che realizza un rigore per il 3-0. E su una micidiale ripartenza ancora Ramon segna la tripletta personale e la quinta rete nelle due finali.

Ultima frazione, la Ferrini è encomiabile, cerca la rete della bandiera, ottiene tre corti, ma ormai non è più una giornata favorevole. Resta la consapevolezza di aver ceduto il passo alla squadra più forte e nello stesso tempo di aver meritato di giocare la finale.

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