Due anni fa, ha dato l’arrivederci alla Sardegna. Destinazione, il lago di Garda, Torbole e una carriera da professionista nel singolo Laser. Un taglio doloroso, per Matteo Paulon, lenito dalle prospettive in uno dei campi di regata più amati del panorama internazionale.

Lì, il velista ventenne cresciuto a Porto Pollo e nelle file dello Yacht Club Cannigione, ha potuto frequentare e studiare da vicino i big della classe. Diventare una certezza della Nazionale Under 21 e, da quest’anno, farsi un nome in quella olimpica accanto a campioni del calibro di Marco Gallo e Giovanni Coccoluto.

Il distacco. “E’ stata dura, lasciare casa, ma ero rimasto da solo dopo che il mio compagno di squadra Andrea Crisi si era trasferito a Cagliari. Trasferirmi a Torbole mi ha garantito tante opportunità che in Sardegna non avrei avuto, grazie al mio allenatore Fabrizio Lazzarini ho potuto allenarmi con campioni internazionali”.

Campione umile. L’incontro più significativo, con il brasiliano pluricampione olimpico Robert Scheidt. “Una mattina si è avvicinato, chiedendomi di allenarmi con lui. Mi ha colpito molto, proprio per la sua umiltà e capacità di mettere a proprio agio i compagni, malgrado la sua esperienza e le medaglie vinte. Ma da ogni allenamento, cerco in effetti di cogliere l’occasione per imparare qualcosa di nuovo e farlo mio”.

L’obiettivo. Sulla preparazione atletica, sulla tecnica e strategia di regata, Paulon è tanto cresciuto nell’ultimo anno, arrivando a laurearsi vicecampione mondiale Under 21 e cominciare a star dietro ai primi della classe azzurri. “Ho davvero ancora tanto da lavorare, l’obiettivo dei prossimi anni è proprio colmare il divario che mi separa dai più bravi. A Parigi 2024 non penso come traguardo tangibile, perché il percorso è di soli tre anni e molto selettivo”.

Nostalgia. Ogni tanto, da Verona dove vive e frequenta la facoltà di Scienze Motorie, il pensiero va al mare gallurese e a mamma Maria. “Mi mancano molto, eppure so che per il momento questa è la strada giusta e richiede tutta la mia concentrazione. Ho provato la regata in equipaggio e mi è piaciuta, come ho nel cuore i Maxi che vedevo regatare davanti a casa e il mio sogno da bambino è la Volvo Ocean Race, una delle più dure regate oceaniche. Ma il mio presente sono il Laser e la squadra olimpica”

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