«L’atletica è una disciplina che richiede tantissima serietà. Non bisogna dimenticarsi di questo: ci vuole inventiva e sacrificio, altrimenti non si può lasciare il segno».

Le parole del tecnico Gianni Diana, 58 anni, racchiudono appieno la sua filosofia sportiva, e non solo: duro lavoro, umiltà ma anche consapevolezza dei propri mezzi. Consapevolezza che non manca al giovane Filippo Roccu che il 16 aprile a Nuoro ha realizzato il suo personale nel lancio del martello da 4 chilogrammi con la misura di 41,10, migliorando la sua precedente miglior misura di 38,33 ottenuta a Sassari il 5 febbraio.

E se di misure si parla, il 41,10 firmato dal portacolori della Polisportiva Olimpia Bolotana vale la nona migliore prestazione italiana stagionale tra i Cadetti. Un punto di partenza significativo che, con il supporto del tecnico Gianni Diana, può tramutarsi in qualcosa di importante andando avanti nel tempo.

Diana partiamo dal personale ottenuto da Filippo Roccu: eravate consapevoli di poter raggiungere questa misura?

«Assolutamente sì, perché i lanci in allenamento hanno dimostrato che Filippo è in ottima condizione. Anzi, personalmente, ritengo che abbia nelle braccia una misura migliore già da ora. Si tratta di trovare la gara giusta, bisogna avere pazienza».

Quali sono i punti di forza di Filippo Roccu?

«La sua forza sta nell’essere molto reattivo, capendo subito quali sono gli esercizi e i movimenti che possono fare la differenza. Inoltre, è dotato di una grande potenza di base. Attualmente, si allena quattro volte alla settimana, senza esagerare: non facciamo tantissimi pesi, è troppo presto e preferisco lavorare con i miei atleti a lunga scadenza, senza basarmi esclusivamente sulla singola stagione. Certo, a differenza degli altri atleti, non possiamo beneficiare delle stesse strutture perché a Bolotana, purtroppo, manca la gabbia per poter lanciare il martello ma comunque non demordiamo. Bisogna sempre cercare di sfruttare al massimo i mezzi che si hanno a disposizione».

L’anno scorso Roccu aveva un personale di 33,29. La sua crescita è stata netta.

«Già ma non mi stupisce. La scorsa stagione non è stata tra le migliori perché ha avuto qualche problema fisico di troppo. Attualmente, si sta allenando con continuità e i primi risultati stanno arrivando: quello che si fa in campo durante gli allenamenti è il vademecum di ogni atleta».

Oltre al martello, si cimenta anche nel giavellotto, nel peso e nel disco. In quali tra queste specialità si concentrerà in futuro?

«Filippo è un ragazzo molto completo, si esprime bene in tutto. È in continua crescita, valuteremo anno dopo anno. Sarà lui stesso a dirmi cosa preferisce fare, è fondamentale che un tecnico ascolti la volontà dei propri atleti».

Qual è l’obiettivo principale per quest’anno?

«Realizzare il record sardo di categoria».

Record che appartiene  a un altro giovane di talento ovvero Davide Dore della Shardana. Quanto è importante questo confronto?

«Moltissimo. Trovare un proprio coetaneo, nella stessa regione, di questo livello dà una marcia in più. Anche Davide è un ragazzo con ottime potenzialità che può crescere parecchio. Sicuramente, gareggiare assieme non può che rendere tutto ancora più stimolante».

A proposito di stimoli, Filippo si allena con il fratello maggiore Demetrio anche lui ottimo lanciatore.

«Esattamente, Demetrio ha 17 anni e sta affrontando il primo anno della categoria Juniores. Il 16 aprile si è migliorato nel lancio del martello da 6 kg con la misura di 43,70 nonostante fosse influenzato e ci fosse tanta umidità. Rappresenta un punto di riferimento prezioso per Filippo. Sono tutti e due ragazzi molto seri, consapevoli che l’atletica non regala nulla e che per migliorarsi  bisogna tenere in conto qualsiasi fattore, così da arrivare agli appuntamenti che contano con una preparazione meticolosa che può permettere di fare il salto di qualità».

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