Nel mondo del calcio dilettantistico del nord Sardegna è uno dei personaggi più stimati  Ha conosciuto bene grandi calciatori Giovanni Barabino, prima mezzala, poi da 50 anni dirigente dello Stintino, società che milita nel campionato di Promozione girone C. Nello splendido borgo marinaro Angelo Moratti  negli anni Sessanta ha costruito il famoso hotel Roccaruja, a due passi dalla Pelosa. In estate vi trascorrevano le vacanze Mariolino Corso, Tarcisio Burgnich, Mauro Bellugi, Luisito Suarez ed altri, compreso Hansi Muller negli anni 80. "Tutti gran signori", esclama Barabino. Che ha iniziato a giocare nel vecchio campo in sterrato all'ingresso della cittadina, in realtà una specie di biliardino dove "di piatto" si poteva effettuare un'apertura da una parte all'altra. E gli spogliatoi erano sotto il livello del terreno di gioco. Ma questo bastava alla squadra per disputate onorevoli campionati in Seconda Categoria, con qualche puntata in Prima. Barabino aveva già iniziato nel frattempo a fare il dirigente. Da 15 anni il salto di qualità e un campo sportivo tutto nuovo, in erba sintetica e con ampie tribune che stanno per essere completate.

Giovanni Barabino sempre in panchina accanto ai suoi ragazzi. "Il calcio è sempre stata la mia passione - afferma -. Mi piace stare accanto alle persone più giovani di me. Cerco di dare loro la mia esperienza e allo stesso tempo ricevo un grande entusiasmo. E poi il calcio mi ha dato l'opportunità di conoscere tanta altra gente". Lo Stintino di patron Angelo Schiaffino è una grande realtà del calcio dilettantistico sardo.

Con il tecnico Stefano Usassi  nel 2016 è approdato in Eccedenza. "La mia più grande gioia - afferma Barabino -. Da matricola abbiamo sfiorato la Serie D, affrontando nei playoff addirittura la Torres". Questa stagione un ottimo terzo posto in Promozione."Bel campionato e il prossimo vogliamo essere ancora protagonisti - conclude lui -. A Stintino si sta bene e accogliamo chi vuole fare calcio". Con Giovanni Barabino in panchina,  naturalmente come accompagnatore ufficiale. Un posto a cui non vuole rinunciare. Da 50 anni.
 

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