Warner Bros, Paramount prepara la controffensiva su Netflix
Un’acquisizione che ha generato la pronta risposta da parte dei sindacati di attori e sceneggiatoriLe app di Netflix, Warner Bros e Paramount (Ansa - EPA/HANNIBAL HANSCHKE)
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Ha monopolizzato le ultime discussioni sul cinema la notizia dell’acquisizione di Warner Bros. Discovery da parte di Netflix. Ufficializzato a inizio mese, l’accordo, coordinato da Ted Sarandos e Greg Peters, co-CEO della piattaforma streaming, per l’esorbitante cifra di 82,7 miliardi di dollari, punta ad assorbire la storica major californiana ed espandere le proprie attività nel settore. Ciò ha scatenando inevitabili ripercussioni in tutto il mondo dello spettacolo, con molti che temono conseguenze irreparabili e un declino inevitabile del settore.
Tentando di correre ai ripari, Netflix ha garantito di voler mantenere invariate - al momento - le attività di Warner, «incluse le uscite cinematografiche dei film». Ciò, tuttavia, non avrebbe placato le preoccupazioni, considerata la dichiarata volontà di Sarandos di anteporre le uscite in streaming a quelle in sala, ormai considerate obsolete. In apertura ai registi e ai creativi, Netflix ha dichiarato: «Unendo l'esperienza degli abbonati e la portata globale di Netflix con i rinomati franchise e l'ampio catalogo di Warner Bros., l'azienda creerà un valore maggiore per i talenti, offrendo maggiori opportunità di lavorare con proprietà intellettuali amate, raccontare nuove storie e connettersi con un pubblico più ampio che mai».
A trattativa conclusa, David Zaslav, CEO di Warner Bros. Discovery, ha affermato: «L'annuncio di oggi unisce due delle più grandi aziende di narrazione al mondo per offrire a un numero ancora maggiore di persone l'intrattenimento che amano guardare di più. Per oltre un secolo, Warner Bros. ha entusiasmato il pubblico, catturato l'attenzione mondiale e plasmato la nostra cultura. Unendoci a Netflix, garantiremo che le persone di tutto il mondo continuino a godere delle storie più emozionanti del mondo per le generazioni a venire».
Com’era prevedibile, l’acquisizione ha generato una pronta risposta da parte dei sindacati di attori e sceneggiatori, coi rispettivi portavoce che hanno diffuso pubblicamente le proprie perplessità. Secondo SAG-AFTRA, i rischi sarebbero quelli di serie ripercussioni «per il futuro dell'industria dell'intrattenimento e, in particolare, per i talenti creativi umani», oltre al pericolo di una diminuzione delle produzioni e di una scarsa tutela delle risorse creative.
Ancora più dura la posizione della WGA, secondo cui assisteremo inevitabilmente a una riduzione dei posti di lavoro, a una contrazione delle paghe e a un generale peggioramento delle condizioni lavorative. Sulle finalità dell’accordo, considerate a esclusivo beneficio degli investitori, si è affermato: «Le leggi antitrust sono state concepite per impedire che la più grande azienda di streaming al mondo inglobi uno dei suoi principali concorrenti. I lavoratori del settore, così come il pubblico, sono già colpiti dal fatto che solo poche potenti aziende mantengono uno stretto controllo su ciò che i consumatori possono guardare in televisione, in streaming e al cinema. Questa fusione deve essere bloccata».
Sul piano delle trattative si è inserita anche Paramount, che - dopo l’affare soffiatole da Netflix - si è riorganizzata per tentare il contrattacco. Stando alle informazioni del New York Post, infatti, i miliardari David e Larry Ellison, a capo della casa di produzione, avrebbero recepito molto negativamente la firma dell’accordo tra Netflix e Warner, arrivata appena ventiquattro ore dopo la loro offerta. Stabilita la controffensiva, Paramount intende ora vincere la battaglia portando la questione direttamente davanti agli azionisti della WBD.
In base agli ultimi sviluppi, inoltre, lo studio losangeliano avrebbe avanzato una proposta di acquisizione che supererebbe quella avversaria di ben diciotto miliardi. A sostegno di ciò, David Ellison ha garantito una copertura annuale di trenta film destinati al cinema, rispondendo prontamente alle preoccupazioni di artisti e sindacati sulla distribuzione delle opere sul grande schermo. Il CEO ha chiarito: «Paramount si impegna a incrementare la produzione cinematografica e televisiva di entrambe le aziende, con un programma di oltre trenta uscite cinematografiche all'anno. Soddisferemo le esigenze del pubblico cinematografico».
Come se non bastasse, l’accordo tra Netflix e Warner ha creato non pochi grattacapi anche alla Casa Bianca, portando il presidente Donald Trump a decidere di intervenire personalmente nelle decisioni finali sull’approvazione. Nel corso dei Kennedy Center Honors, svoltosi la scorsa domenica a Washington D.C., ha affermato: «È una fetta di mercato molto grande e, quando (i responsabili di Netflix) avranno Warner Bros., quella fetta crescerà molto. Quindi non lo so. Lo diranno alcuni economisti. (Ted Sarandos) ha fatto uno dei più grandi lavori nella storia del cinema e non solo. Ha molte cose interessanti in corso oltre ciò di cui state parlando, ma si tratta di una fetta di mercato enorme. Non c'è dubbio. Potrebbe essere un problema».
Al momento, prima di formalizzare l’accordo, resta solo da attendere che Warner Bros. separi le divisioni Streaming & Studios e Global Networks in due società distinte quotate in borsa. Sarà necessaria inoltre un'importante revisione normativa, e l'ultima parola spetterà al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. La partita, insomma, sembrerebbe essere ancora tutt’altro che decisa.
