Quando si tratta di esprimere un’opinione, Ridley Scott non conosce affatto le mezze misure. Non a caso, il director britannico cui dobbiamo la nascita di capolavori come “Alien” o “Blade Runner” ha innalzato attorno alla sua decennale carriera un’aura di rispetto e influenza che, spesso, lo ha autorizzato a scontrarsi in modo acceso contro i suoi detrattori.

Giusto di recente, commentando l’uscita di “Alien: Romulus” diretto da Fede Alvarez, che sta riscuotendo un’eccezionale risposta di pubblico, il regista ha ribadito la sua riluttanza nel dispensare consigli ai colleghi su come svolgere il lavoro, proprio come vorrebbe che gli altri facessero nei suoi confronti: «È fastidioso avere la gente addosso mentre lavori, l'ultima cosa che vuoi a un certo punto è un consiglio. Non ho bisogno di consigli. Se cado e mi faccio male, deve essere colpa mia». 

Ma al pari della sua franchezza e intolleranza alle critiche, il director sa anche riconoscere quand’è il momento di elargire dei complimenti. Rivolgendosi nuovamente al lavoro compiuto da Alveraz, ha detto: «Il pericolo di tutti i franchise è che muoiano a meno che qualcuno non decida improvvisamente di raccogliere il testimone. Fede è una scarica di energia, ho dovuto fare un passo indietro e lasciarlo fare. Fede aveva in mente un progetto chiaro e la sua sceneggiatura era molto precisa. Era anche lunga, ma le sceneggiature sono sempre lunghe. Spero che Fede ne abbia un altro in mentre perché penso che andrà davvero bene. Ha una vena brillante». 

Per ciò che riguarda invece le sue prossime uscite al cinema, Scott ha voluto sbottonarsi su “ Il Gladiatore 2”, sequel del kolossal uscito nel 2000 atteso per il prossimo novembre. Anche dopo i giudizi poco confortanti succeduti alla pubblicazione del trailer, il director si dimostra sicuro della buona riuscita del titolo, affermando senza timori che non sfigurerà neppure di fronte al leggendario prequel: «È bello come il primo. Non ho detto migliore. È altrettanto buono». Nel corso di un intervista rilasciata ad Empire si è inoltre fatto cenno degli straordinari risultati compiuti sul fronte visivo, parlando di quella che probabilmente è la miglior scena d’azione mai girata in anni d’esperienza sul set: «Il film si apre con probabilmente la più grandiosa sequenza d'azione che abbia mai realizzato. Probabilmente più grande di qualsiasi cosa vista in Napoleon».

Sulla sequenza che vedrà invece il protagonista Lucius confrontarsi nell’arena con un rinoceronte, riferendosi soprattutto ai progressi della moderna CGI, ha affermato: «Posso fare in modo che un computer legga ogni molecola e increspatura di un rinoceronte e poi la tagli su uno spesso pezzo di plastica, proprio come il corpo di un rinoceronte, che viene poi adattato alla forma di uno scheletro. Ho questa cosa che può percorrere 40 miglia all'ora, girare in tondo, scuotere la testa e ringhiare. Un rinoceronte da due tonnellate con un ragazzo sul dorso! Voglio dire, è molto divertente!».

Fra le altre curiosità, Scott ha svelato in un’intervista concessa a Letterboxed i quattro film che lo hanno segnato maggiormente lungo il suo percorso, aiutandolo a definire meglio il proprio stile. Scopriamo che per la realizzazione di “Alien” sono stati di forte ispirazione “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick e “Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza” di George Lucas. Sullo sviluppo dell’horror fantascientifico ha dichiarato: «Avevo finito il mio primo film, si trattava de I duellanti... Poi avrei fatto Tristano e Isotta. Voglio dire, quanto si può essere artistici? Sono andato a vedere la prima di Guerre stellari e sono rimasto seduto lì, depresso per tre mesi. Come potevo fare Tristano e Isotta quando questo tizio faceva una cosa del genere? Ho fatto un'inversione di rotta. Mi hanno offerto Alien nel giro di sei settimane. È stato un caso. Ho accettato subito».

La terza scelta di Scott è stata il suo “Blade Runner”, che ha citato ricordando in particolare le fasi di lavoro travagliate insieme alla star Harrison Ford: «Mi perdonerà perché ora vado d'accordo con lui. Ora è diventato affascinante. Ma sa molte cose, questo è il problema. Quando abbiamo lavorato insieme ero l'ultimo arrivato. Ma abbiamo fatto un buon film». Chiude la lista “La guerra del fuoco”, film fantasy del 1981 diretto da Jean-Jacques Annaud che sembra avere qualcosa in comune col prequel di Scott del 2012 “Prometheus”: «È preistorico. Parla di una tribù che scopre il fuoco grazie a un fulmine. Portano il fuoco in un cesto. E la storia è fantastica!».

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