È iniziato nel tribunale di Brooklyn, New York, il processo al cantante R&B statunitense R. Kelly.

La star, 54 anni, nota soprattutto per la hit “I believe I can fly”, è accusata di abusi sessuali nei confronti di minorenni, ricatti e corruzione per un periodo che va dal 1994 al 2018. L’artista si è sempre dichiarato innocente. 

Le accuse mosse contro il cantante sono mosse da sei donne.

Se dovesse essere condannato per tutti i capi di imputazione, la sua pena sarebbe pari a dieci anni di carcere.

La prima persona a testimoniare nel corso del procedimento è stata una donna che all'epoca dei fatti denunciati, nel 2009, era minorenne e che ha sostenuto che la star fosse a conoscenza della sua età.

Kelly è sospettato di essere a capo di una vera e propria organizzazione che si occupava di procurargli ragazze, anche minorenni, che venivano rinchiuse in stanze d’albergo per fare sesso con lui nelle varie città in cui trovava per tour e registrazioni di dischi. 

Nella sua arringa di apertura, il legale dell’artista, Nicole Blank Becker, ha invece affermato che le presunte vittime fossero delle groupies con cui lui aveva fatto sesso in modo consenziente e che successivamente lo hanno denunciato per cercare di approfittare dei suoi soldi.

I pm invece hanno descritto l’imputato come un "predatore sessuale, un uomo che ha detto bugie e utilizzato manipolazioni, minacce e abusi fisici per dominare le sue vittime ed evitare di prendersi le sue responsabilità per anni".

"Questo caso riguarda uno sfruttatore", ha detto l'assistente procuratore Maria Melendez, "non riguarda una celebrità a cui piace molto fare festa".

(Unioneonline/F) 

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