Prima ancora che un artista di indubbio talento, protagonista indiscusso del mondo dello spettacolo nel secondo dopoguerra, Raffaele Pisu è stato un uomo curioso, contraddistinto da ironia acuta ed entusiasmo genuino verso la vita.

Una vita, artistica e quotidiana, celebrata da “Raffaele Pisu Mattatori Brava Gente’’ mostra che da oggi sino al 29 marzo sarà visionabile a Quartu Sant’Elena all’ex convento dei Cappuccini in via Brigata Sassari, dopo essere stata inaugurata il 25 novembre scorso a Pesaro. Una mostra, ideata dalla Genoma Films dei fratelli Paolo Rossi Pisu e Antonio Pisu con la direzione artistica di Marta Miniucchi, che analizza i settant’anni di carriera di una figura poliedrica, capace di affrontare da protagonista le tante esperienze sia in ambito radiofonico, che teatrale, televisivo, cinematografico ma anche pittorico. Tra i momenti più attesi del progetto, la presentazione del libro scritto dal giornalista Andrea Maioli ‘’Raffaele Pisu Mattatori Brava Gente’’ edito dalla casa editrice Minerva e la visione del capolavoro del 1964 di Giuseppe De Santis "Italiani brava gente’’ in versione restaurata, film ambientato durante la campagna italiana di Russia nel secondo conflitto bellico, dove Pisu interpretava il ruolo del soldato Libero Gabrielli.

«Questa mostra nasce dal cuore della famiglia Pisu di cui entro a fare parte nel 2015 quando ho scoperto di essere figlio di Raffaele», racconta il figlio Paolo Rossi Pisu. «La moglie di Raffaele, Leda Martellini mi ha mostrato il suo archivio ricco di materiale e sono rimasto profondamente colpito». Materiale che, poi, è confluito in una iniziativa che della molteplicità di argomenti trattati fa marchio di fabbrica. «Si tratta di una mostra a tutto tondo che si sofferma sia sull’uomo che sull’artista, analizzando anche aspetti apparentemente inediti come la pittura». Immancabile, il legame profondo con la Sardegna essendo la famiglia da parte paterna di Pisu originaria di Guspini. «Mio padre adorava la Sardegna e ha espresso il desiderio, poco prima di morire nel 2019 a 94 anni, di spargere nel mare sardo le sue ceneri». Un legame indissolubile da cui traspare un affetto profondo e la consapevolezza dell’importanza verso le proprie radici.

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