Poche stelle emergenti del cinema cavalcano l’onda del successo e della fama come Paul Mescal. Attore irlandese classe 1996, ha iniziato la sua carriera sui palcoscenici di Dublino, partecipando a importanti rappresentazioni teatrali. La notorietà è arrivata nel 2020 grazie al successo dello show televisivo “Normal People”, che gli è valso un Emmy come miglior attore in una miniserie.

In breve tempo sono seguite collaborazioni con importanti professionisti sui set cinematografici: dal debutto ne “La figlia Oscura” al plauso internazionale per “Aftersun”, che gli ha fatto ottenere la candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista. Dopo le apprezzate interpretazioni in titoli come “Creature di Dio” ed “Estranei”, Mescal ha conquistato anche il mercato hollywoodiano come protagonista nel kolossal campione d’incassi “il Gladiatore 2” di Ridley Scott.

Ospite all’ultima edizione del Festival di Cannes, ha partecipato all’anteprima di “The History of Sound”, pellicola diretta da Oliver Hermanus e tratta dall’omonimo racconto di Ben Shattuck. Una toccante storia d’amore omosessuale che, insieme al collega Josh O’Connor, rappresenta un’epoca fortemente condizionata da pregiudizi e stereotipi. Nel New England del 1919, in pieno conflitto mondiale, Lionel e David si occupano di registrare le voci, le musiche e le storie di vita dei loro connazionali. Ma la vicinanza e il bisogno di solidarietà li porteranno a condividere emozioni inaspettate, scoprendo un sentimento mai vissuto prima.

In occasione dell’evento, la star ha affrontato pubblicamente il tema della mascolinità nel cinema odierno, affermando che - a suo dire - ci si sta lentamente affrancando dallo stereotipo del maschio alfa per andare verso una mentalità più inclusiva e consapevole delle varie differenze sessuali e di genere. Intervistato sulla Croisette, ha dichiarato in proposito: “Penso che forse nel cinema ci stiamo allontanando dal tradizionale maschio alfa protagonista. Non credo che il film stia definendo o cercando di ridefinire la mascolinità, penso che sia molto soggettivo il rapporto tra Lionel e David”.

E, schierandosi contro i paragoni fatti da alcune riviste del settore tra “The History of Sound” e “I segreti di Brokeback Mountain”, capolavoro di Ang Lee del 2005, ha aggiunto: “Personalmente non vedo alcun parallelismo con Brokeback Mountain, a parte il fatto che abbiamo trascorso un po' di tempo in una tenda. Brokeback è un film bellissimo, ma ha a che fare con l'idea della repressione... Trovo questi paragoni relativamente pigri e frustranti, ma per la maggior parte penso che il rapporto che ho con il film nasca dal fatto che è una celebrazione dell'amore di questi uomini, non è una repressione della loro sessualità”.

Sull’assenza nel film di scene di sesso esplicite, Mescal ha ammesso di essersi sentito sollevato, dopo essersi già impegnato molto in questo tipo di contenuti nella serie “Normal People”. Spiegando la natura del rapporto sentimentale tra Lionel e David, ha dichiarato: “Grazie a Dio. Ho girato la mia buona dose di scene di sesso, perciò dico: ho già dato. Ciò che mi sembra leggermente diverso da altre relazioni romantiche sullo schermo è che, nella gerarchia della relazione tra Lionel e David, il contatto fisico non è la priorità. È la stimolazione intellettuale, è l'amicizia. Non che non siano fisicamente attratti l'uno dall'altro; lo sono molto, ma la loro alchimia nasce da questo amore condiviso per le canzoni folk, e si espande da lì”.

Descrivendo una scena dal forte tono emotivo, con uno sguardo tra i due che esplicita in pochi istanti la forza del loro legame, ha concluso: “Quell'ultimo sguardo nella tenda è stato qualcosa che abbiamo colto negli ultimi 10 minuti di riprese, perché sentivamo di aver bisogno di qualcosa. Ricordo di aver chiamato Oliver e di avergli detto: non credo di aver mai guardato qualcuno con così tanto amore. È stato fatto così in fretta. Non ci pensi, non è scritto. A quel punto, era il penultimo o l'ultimo giorno di Josh sul set... Quando arrivi a quel punto con gli attori, suppongo anche con quello che c'è all'interno della storia, puoi semplicemente iniziare a creare ambienti o situazioni in cui gli attori possano muoversi”.

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