“Monsters”: i retroscena prima delle riprese e la riapertura del caso Menendez
Le dichiarazioni e il commento di Javier Bardem, star della seriePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo l‘inquietante prima stagione sul “cannibale di Milwaukee” Jeffery Dahmer, la serie ideata da Ryan Murphy e Ian Brennan è tornata a a raccontare i casi più agghiaccianti di cronaca nera americana con la seconda stagione di “Monsters”; ispirata alla storia dei fratelli Lyle ed Erik Menéndez, giovani di una ricca famiglia di Beverly Hills condannati all’ergastolo per l’omicidio dei genitori nel 1996. Sulla scia del precedente successo, il nuovo ciclo di episodi ha debuttato lo scorso 19 settembre conquistando ancora una volta l’attenzione di pubblico e critica. Oltre all’eccellente lavoro compiuto dai protagonisti Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch, ad aver convinto è soprattutto la chiave di lettura scelta per l’adattamento: differentemente dall’esito del processo che accuserebbe i fratelli di aver compiuto i delitti per interessi economici, la serie aiuta a riflettere sulle ripercussioni psicologiche ed emotive seguite agli abusi fisici, emotivi e sessuali subiti fra le mura domestiche; permettendo così di valutare il caso da una prospettiva più ampia.
Poco tempo fa, in un’intervista rilasciata a Variety, Cooper Koch è intervenuto sulla questione svelando di aver avuto una conversazione telefonica con Eric Menéndez: “Ho potuto avere con lui una conversazione realmente buona e gli ho detto che gli credo e ho fatto tutto quello che potevo come attore per sostenerlo e ritrarlo nel modo più autentico possibile, e penso che lo show faccia un buon lavoro nel rappresentarlo”. Sebbene Eric abbia criticato pubblicamente lo show, definendolo con un commento su Facebook “ingenuo e impreciso” rispetto alle ricostruzione dei fatti, l’attore si è nuovamente incontrato col carcerato durante una visita in prigione, dimostrando attenzione e rispetto nei suoi confronti: “Gli ho detto che ha senso che si sentisse così. Non riesco a immaginare cosa potrebbe voler dire avere la peggior parte della propria vita, una cosa così traumatica e tragica, adattata per la televisione e vista da milioni di persone in un modo drammatizzato in stile Hollywood. Ho semplicemente detto: capisco, lo comprendo, e ti sostengo”.
Su ciò che riguarda invece il debito dei Menéndez con la giustizia, costretti all’ergastolo senza concessione di libertà per buona condotta, Koch si è dimostrato convinto nel credere che meritino ad oggi la riapertura del caso giudiziario: “Hanno commesso il crimine quando avevano 18 e 21 anni, all'epoca, ed era davvero difficile che le persone capissero che l'abuso compiuto da un uomo su un altro uomo potesse avvenire, specialmente se si trattava di padre e figlio. Era realmente difficile per le persone capire che la storia che stavano dicendo era vera e che questa teoria che avessero ucciso i loro genitori per soldi sia semplicemente folle. Ma era più semplice per le persone digerire quella storia”. Lo scorso 24 ottobre, dopo l’attenzione di massa dimostrata dagli spettatori, è arrivato a sorpresa da parte del procuratore distrettuale di Los Angeles il rinvio a giudizio di Lyle ed Erik. Scoperta la notizia, la star Javier Bardem - che nella serie interpreta il padre José Menéndez - è intervenuto per IndieWire durante la promozione del film “Spellbound”, dichiarando quanto segue: “Beh, penso che la reazione sia stata pazzesca. Ci sono molte persone ogni giorno che vengono a dirmi quanto gli piace la serie e quanto ci hanno pensato e che poi hanno seguito il caso reale anche attraverso i documentari”. Ed elogiando il lavoro compiuto per realizzare lo show, ha aggiunto: “Il fatto che il caso possa essere riaperto per il modo in cui lo show è arrivato al pubblico e ha messo alcune questioni sul tavolo, la dice lunga sulla qualità della serie e sulla qualità del lavoro di ricerca che Ryan Murphy e Ian Brennan hanno svolto come artisti e anche come persone molto responsabili sapendo che avevano a che fare con materiale molto, molto delicato”.
Quanto invece al suo personaggio, Bardem ha ammesso in un’intervista a Variety di non aver voluto incontrare i fratelli in carcere prima d’iniziare le riprese. Motivando le sue ragioni, ha dichiarato: “Prima di tutto, non sapevo molto o fondamentalmente nulla della storia quando Ryan Murphy mi ha parlato, perché non era una vicenda così nota in Spagna. E poi, una volta che ho scavato e fatto ricerche, mi sono detto: wow, qui c'è del materiale davvero delicato. Sapevo di dovermi fidare della ricerca che Ryan e Ian Brennan avevano fatto. Era tutto lì nella scrittura. Quindi mi sono detto: non ho bisogno di parlare con nessuno. E poi ero molto, molto... non dico spaventato, ma non ho mai pensato nemmeno per un secondo che sarei stato in grado di sedermi davanti a degli assassini”.