La sconfinata ammirazione per Modugno e per "quella voce che incarnava le voci del sud", ma anche per Mario Incudine e per Pinuccio Sciola, "uno dei grandi artisti della seconda metà del Novecento".

Moni Ovadia si prepara al debutto in Sardegna di "Mimì. Da sud a sud sulle note di Domenico Modugno". Un recital teatrale ideato e interpretato da Mario Incudine, con testi di Sabrina Petyx, di cui Ovadia firma la regia con Giuseppe Cutino. Un viaggio sulle tracce del celebre artista, conosciuto e amato al di qua e al di là dell'oceano.

Lo spettacolo va in scena dal 18 al 22 maggio (alle 20.30) al Teatro Massimo di Cagliari, il 23 e 24 al Comunale di Sassari e il 25 all'Ama di Arzachena, e segna la ripartenza de La Grande Prosa organizzata dal Cedac.

"Domenico Modugno è stato una figura artistica popolare e umana straordinaria, una voce universale che partendo dal racconto del suo sud, con le sue tradizioni popolari, è 'volato' oltre tutti i confini e la potenza della sua voce e della sua arte, del suo messaggio, come un urlo liberatorio, ha raggiunto il mondo", spiega il regista, attore e drammaturgo. "E' stato un dono poi l'incontro con Mario Incudine - prosegue Ovadia - attore prodigioso, cantante. Un artista dai mille talenti che ha raccolto le voci del sud e della sua Sicilia, e con un suo modo personalissimo, originale, ha reinterpretato le tradizioni popolari di questo splendido angolo di Italia".

"Pinuccio Sciola è un artista immenso, considero un grande privilegio, un regalo averlo incontrato - confessa poi Ovadia -. Eravamo come fratelli. Ho versato tante lacrime alla sua morte. Anche lui ha conosciuto la fatica, il sacrificio. Non c'è una cosa di Pinuccio che non ho amato. Custodisco come un bene tra i più preziosi le due arpe di pietra che mi donò, in cui è racchiusa 'l'anima sonora' della materia. Vederlo camminare a piedi nudi... era come se sorgesse dalla terra di Sardegna per incarnarne l'eccezionalità artistica e mistica. Il popolo sardo deve ricordarlo in eterno".

Da qui l'invito del regista: "Fate un pellegrinaggio nei luoghi in cui Sciola ha lasciato il suo segno, per scoprire l'immensità della sua arte". 

(Unioneonline/v.l.)

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