In testa fra i titoli più attesi di ottobre, “Joker - Folie a Deux” è tornato sotto i riflettori dopo l’anteprima mondiale alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia, e ancora una volta i pareri della critica si son divisi in due. Un pò come avvenuto col predecessore - da una parte elevato ad esempio autoriale di cinecomic, dall’altra reputato una banale rilettura di “Re per una notte” di Martin Scorsese - il sequel diretto da Todd Phillips con protagonista l’immancabile Joaquin Phoenix e per la prima volta Lady Gaga nei panni di Harley Quinn, ha ricevuto allo scadere dell’embargo sulle recensioni giudizi mediamente positivi, con un punteggio su Rotten Tomatoes attestato intorno al 60%.

Segno evidente che, all’uscita in sala, Joker 2 dovrà confrontarsi con una folta schiera di sostenitori e, non meno, di detrattori. Anche stavolta, ad aver convinto i presenti è stata soprattutto l’interpretazione di Phoenix, a conferma dell’eccellente lavoro svolto già in passato sul personaggio, valendogli il premio Oscar nel 2019 per il miglior attore protagonista. Su questo aspetto, si è parlato tanto della dieta estrema cui l’attore ha dovuto sottoporsi per prepararsi al ruolo, resa ancor più ostica dalle frequenti scene di danza presenti nel film.

Interpellato durante la conferenza stampa, Phoenix ha dichiarato: «Non parlerò dei dettagli della dieta, perché penso che nessuno voglia davvero sentirli. Ma questa volta sembra un po' più complicato solo perché c'erano molte prove di danza che facevamo, cosa che non avevo l'ultima volta. È sembrato un po' più difficile ma è sicuro. Però avete ragione, a 49 anni, probabilmente non dovrei farlo di nuovo. Sarà probabilmente l'ultima volta per me». Ripensando a quel periodo delicato, ha continuato dicendo: «Lo so, l'ultima volta sono stato io a parlarne ma è difficile farlo senza che diventi un'ossessione, perché lavori tutto il tempo per raggiungere un certo peso. Quindi finisci per parlarne e poi sembra soltanto un attore che continua a parlare di quanto peso ha perso. Alla fine di quel periodo ero così stufo di me stesso e arrabbiato con me stesso per aver dato tanta importanza a quella parte, perché fai semplicemente quello che devi fare. Così questa volta ho pensato che che non lo farò». 

Altrettanto convincente è stata la prova artistica di Lady Gaga, che durante il confronto coi giornalisti ha tenuto a precisare le proprie posizioni. Secondo la star, sarebbe inopportuno definire “Joker - Folie a Deux” un musical, come invece etichettato da alcuni canali d’informazione prima ancora che il titolo fosse mostrato in anteprima. Su questo aspetto, ha commentato: «È molto diverso. La musica è un modo per dare ai personaggi un mezzo per esprimersi, perché il dialogo non era sufficiente. Ha fissato un livello estremamente alto, e penso che a volte, quando si raccontano storie di persone fraintese dalla società, gli attori e il regista possono mostrarti qualcosa che non conosci. E con Joker ho sentito di aver compreso e visto qualcosa che non avevo mai capito prima».

Sulla natura del film e sull’apporto di Lady Gaga, anche il director Todd Phillips ha espresso qualche ulteriore considerazione: «Se ricordate, nel primo film Arthur ha una certa musicalità. Spesso danza per esprimere ciò che sente. E la colonna sonora di Hildur Guðnadóttir è quasi un personaggio nel primo film. Così, quando ha iniziato a prendere forma con elementi musicali veri e propri abbiamo pensato: se coinvolgessimo Lady Gaga, che porta la musica con sé?». Non meno interessante è stato scoprire che la sceneggiatura di “Joker - Folie a Deux” ha subìto continui rimaneggiamenti prima di raggiungere una forma definitiva.

Nell’intervista rilasciata a Vanity Fair, Phillips e Lady Gaga hanno ammesso che Phoenix si è dimostrato più volte insoddisfatto dello script, obbligando il team alla stesura di materiale sempre nuovo. Lady Gaga ha affermato a questo proposito: «Ci incontravamo molto spesso nella roulotte di Joaquin e a volte stracciavamo la sceneggiatura e ricominciavamo da capo. È stato un processo davvero forte e liberatorio». A seguire, Phillips ha aggiunto: «La mia idea su Joaquin è che lui è il tunnel alla fine della luce. Pensi: ok, questa scena funziona, andiamo a girarla. E Joaquin ti dice: no, no, no, facciamo una riunione veloce. E tre ore dopo la stai riscrivendo su un tovagliolo».

© Riproduzione riservata