Jerry Calà: "In Italia non faccio cinema perché mi dicono che puzzo di morto"
L'attore, fra i volti più noti della commedia italiana degli anni Ottanta, ha infatti confessato di avere un grande desiderio di tornare sul grande schermoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Viviamo in un'Italia che rispetto ad altri Paesi è provinciale. Altrove gli attori che hanno una storia vengono tenuti da conto e coccolati, vengono chiamati per fare delle parti anche come genitori o come nonni. Qui invece si dice che uno puzza di morto".
È l'amaro commento rilasciato da Jerry Calà ai microfoni di Rai Radio2 nel corso de "I Lunatici", il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino.
L'attore, fra i volti più noti della commedia italiana degli anni Ottanta, ha infatti confessato di avere un grande desiderio di tornare sul grande schermo. "Mi piacerebbe fare più cinema – ha spiegato - fortunatamente so fare un mestiere che ho imparato da piccolo. So ballare, cantare, recitare e quindi mi salvo sempre. Però dire che non mi piacerebbe fare ancora cinema mi renderebbe ipocrita".
"Per fortuna la gente mi ama – ha quindi proseguito - c'è discrasia tra quello che pensano i funzionari e i produttori e quello che pensa la gente. Se la gente non mi volesse bene non farei 120 spettacoli l'anno".
Poi un cenno alla mancanza di coraggio che in Italia esiste nel mondo dello spettacolo, con un'eccezione rappresentata da Checco Zalone, "che infatti fa incassi pazzeschi. Lui è l'unico che ha il coraggio di essere politicamente scorretto, tutti gli altri si atteggiano, fanno i radical chic, però non fanno più ridere. Noi negli anni Ottanta ce ne fregavamo di tutto. Per questo certi film tra quelli che ho fatto io un sacco di gente li conosce a memoria".
Nella lunga intervista anche un commento sul fenomeno #metoo, e sul caso Asia Argento: "L'unica cosa che mi viene da dire – ha concluso - è che mi sembra strano che in Italia abbiano accusato solo uno. Vi spiego io come stanno le cose: quelli che fanno queste cose sono quelli che non contano nulla. Queste cose le fanno gli sfigati, gli 'pseudosegretari' che millantano amicizie, sono loro che vanno a intortare le povere ragazzine che sognano di entrare nel mondo del cinema. Uno che conta davvero ci pensa un pochino prima di compromettere la propria immagine. Comunque io a X Factor Asia Argento l'avrei tenuta. È molto brava".
(Unioneonline/v.l.)