Come potremmo mai dimenticare l’interprete protagonista che ha reso quella del “Signore degli Anelli” - insieme ai membri della Compagnia, ai carismatici villains e a molti altri - una vera e propria saga cinematografica di culto? L’attore americano Elijah Wood deve infatti il suo successo e la sua notorietà proprio al personaggio di Frodo Baggins - giovane Hobbit e custode dell’anello di Sauron - diventando una vera e propria icona, simbolo di un’intera generazione, raggiungendo il suo apice col terzo capitolo “Il Ritorno del Re” - a tutti gli effetti il capitolo più maturo e coinvolgente del pacchetto, vincitore di ben undici premi Oscar - e favorendo il successo anche dei progetti postumi collegati alle opere dello scrittore inglese J.R.R.Tolkien, come la trilogia successiva de “Lo Hobbit” e, non meno importante, tutte le premesse e i buoni propositi per la serie firmata Amazon Prime intitolata “Gli Anelli del Potere”.  

Ma si sa, quando viene chiamata in causa la presente saga basta poco per far notizia: nel corso di un’intervista pubblicata da Extra, è stato domandato a Wood se avesse mai considerato, nell’eventualità di un reboot o di un progetto parallelo, l’idea di incarnare nuovamente i panni del coraggioso eroe. Pur dimostrando titubanza all’idea di un rifacimento completo della prima storica trilogia, l’attore non ha escluso il piacere e l’interesse a tornare nuovamente nei panni del personaggio: «Un reboot? Direi di no. Ma se dovessero realizzare un nuovo film che possa in qualche modo coinvolgere Frodo sarei disposto ad accettare».

Una domanda di questo tipo, in effetti, non risulta campata per aria. Dopo la recente serie prodotta da Amazon sembrerebbe che Warner Bros e New Line Cinema intendano estendere ulteriormente al media cinematografico l’universo tolkeniano. Stando alle recenti voci di corridoio ci sarebbe in programma una nuova serie di film per approfondire, con storie del tutto inedite, le tortuose vicende legate alla Terra di Mezzo

E quindi, un ulteriore apporto di Wood alle nuove produzioni andrà valutato con attenzione a tempo debito. Alcuni infatti ritengono che insistere con il  coinvolgimento degli attori noti nella trilogia classica - come già successo ad esempio nei capitoli de “Lo Hobbit” - possa in qualche modo sfavorire il carattere distintivo delle nuove produzioni, mancando ad esempio di nuovi volti in grado di affermarsi efficacemente allo stesso modo di quelli passati. A questo soltanto il tempo e le idee che verranno maturate in merito potranno dare una risposta.

Giovanni Scanu

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