"Sono rimasto paralizzato. Il lato sinistro del mio corpo è ancora in parte paralizzato. Non so come sarà il mio futuro. Non mi sento un pianista, ora come ora. Ed è tutto quello che posso dire".

Sono parole di Keith Jarret, maestro del pianoforte, tra i jazzisti più amati e ascoltati degli ultimi cinquant'anni, che ha rivelato al New York Times di essere stato costretto alla pensione anticipata a causa di due ictus che lo hanno colpito, pregiudicandone la capacità di sedersi al piano, sua passione e ragione di vita.

Una notizia che ha commosso i milioni di fan di Jarrett, così come tutto il mondo della musica.

Il musicista, 75 anni, è stato dimesso lo scorso maggio dalla clinica dove è stato ricoverato e dove ha eseguito la riabilitazione dopo il secondo ictus, che lo ha fatto ritirare definitivamente dalle scene nel 2018.

Le sue condizioni di salute restano, però, ancora precarie. "Posso camminare con un bastone, ma suonare è impossibile. Durante la degenza ho provato a usare ogni tanto il piano che avevo a disposizione. Provavo a fingere di essere Bach con una mano sola, ma in realtà era solo un passatempo. E non mi basta".

Un'amara confessione, che arriva alla vigilia dell'uscita del "Concerto di Budapest", registrato prima della malattia e che sarà disponibile per tutti gli appassionati dalla fine di ottobre.

L'occasione per riascoltare, con malinconia e rimpianto, la maestria di quello che è considerato uno dei talenti più limpidi della storia della musica contemporanea.

(Unioneonline/l.f.)
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